Veltroni rilancia: «Yes, we can»

TORINO – Il ”yes we can” di Obama e il ”si può fare”, lo slogan adottato da Veltroni per la campagna elettorale del 2008, anche se non saranno pronunciati saranno il filo conduttore del ritorno di Veltroni al Lingotto, il luogo in cui nel 2007 lanciò la propria candidatura alle primarie del Pd, imponendo all’opinione pubblica il ”sogno” di un grande partito riformista capace di guidare l’Italia verso il cambiamento. Nell’ex stabilimento Fiat si terrà la convention di Movimento Democratico, l’area creata da Veltroni, Beppe Fioroni e Paolo Gentiloni con il documento dei ’75’ (che potrebbero presto diventare 77). L’evento, che sembrava essere di rottura, ha assunto negli ultimi giorni una connotazione opposta: quella di un momento in cui tutto il Pd tenta di parlare al Paese proponendogli un’alternativa credibile.


La presenza di Pier Luigi Bersani e di molti big fotograferà questo tentativo. Il ciclone del Rubygate che potrebbe portare a una crisi nel centrodestra, ha ricompattato il Pd, che appena otto giorni fa sfiorò alla Direzione una spaccatura. I ”Modem” avevano pensato la convention del Lingotto come la dimostrazione della loro capacità di essere il ”cervello pensante” del partito, di essere cioè in grado di proporre una piattaforma davvero innovativa ed alternativa a Berlusconi, e anche convincente; qualcosa di più delle discussioni sulle alleanza su cui si è impegnata la maggioranza interna del Pd. Ma d’altra parte anche la segreteria ha intrapreso lo stesso percorso e all’Assemblea nazionale che si svolgerà a Napoli tra una settimana dovrebbe arrivare proprio il nucleo di una proposta programmatica con cui dialogare, ha spiegato Bersani, con tutte le opposizioni e con tutte le forze sociali del Paese. Insomma i percorsi si sono avvicinati. Veltroni, Fioroni e Gentiloni lanceranno cinque proposte forti per l’Italia e un messaggio di fondo, sintetizzato dallo stesso Veltroni in un videomessaggio in cui dice che ”l’Italia può cambiare” perchè ”non è scritto nel nostro destino di continuare ad essere un Paese immobile, che si sfarina”.


Non per nulla lo slogan della manifestazione è ”giusta, aperta, forte: viva l’Italia”. C’è poi un secondo ”si può fare” che è rivolto al Pd che può diventare l’elemento trainante di questa riscossa se riscopre il proprio profilo riformista. Certo, implicitamente Veltroni dirà: ”avevo ragione io”, riferendosi sia alla campagna elettorale del 2008, sia al documento dei 75, contestato al momento della sua uscita. Non lo affermerà esplicitamente ed eviterà passaggi polemici. Sono previsti infatti gli interventi anche di esponenti esterni ai ”Modem”, a partire dal segretario Bersani, per passare al sindaco di Torino Sergio Chiamparino al ”rottamatore” Pippo Civati. Presenti anche ospiti stranieri come Antony Giddens, il teorico dei New Labour di Tony Blayr, e Gary Hart, il ”grande vecchio” del Partito Democratico Usa. Presenti in sala due possibili nuovi aderenti ai modem, i parlamentari Luigi Bobba e Francesco Tempestini, anche se entrambi manifestano prudenza usando identiche parole: ”per ora sono qui per ascoltare”. Il clima unitario è confermato da Rosy Bindi che si è detta sicura che la convention darà ”un contributo all’unità del partito”.


– Dire che il fondamento del Pd è andare oltre il ‘900 è in parte banale e in parte sbagliato perchè le nostre radici sono nel ‘900 – ha detto invece Massimo D’Alela parlando ad un convegno sulla storia del Pci. E il moderatore del dibattito, Stefano Menichini, gli ha fatto presente che ‘oltre il ‘900’ è parte dello slogan della manifestazione che domani Walter Veltroni e Movimento democratico farà al Lingotto di Torino ma il presidente del Copasir si è limitato a dire che ”la sua è considerazione generale senza guardare alla cronaca. L’ex premier ha anche rimarcato come il Pd sia una impresa complessa che non può essere risolta solo con le ”primarie”.