Bossi difende il premier: «Lasci fare a noi»

ROMA – Umberto Bossi non arretra e conferma la sua difesa del presidente del Consiglio, attaccato da tutti, trattato dai magistrati – dice il leader della Lega – alla stregua di un criminale mafioso, così pressato che il Senatur gli consiglia di mettersi ”un po’ a riposare da qualche parte”.


– Qui ci pensiamo noi – lo rassicura il Ministro leghista preoccupato per il cammino traballante del Federalismo. Il senatur respinge però con una sonora pernacchia la richiesta delle opposizioni di rinviare di sei mesi il varo della Riforma, ma accetta l’allungamento di una settimana per l’esame del decreto sul fisco municipale, dilatando un po’ i tempi per la verifica della tenuta del governo sul principale provvedimento che tiene insieme la maggioranza.


Qualche giorno in più per leggere gli emendamenti, sostiene, non è nulla di grave, resta però l’ultima carta per far passare la riforma. E anche sulla tenuta del governo la linea non cambia.


– Se ci sono i numeri – ripete – possiamo andare avanti. Altrimenti c’è sempre il voto.


Anche perchè l’aiuto che potrà arrivare dal gruppo dei responsabili è ancora tutto da verificare.


– Non sono mica un mago! – risponde il Senatur evitando di sbilanciarsi. Di sicuro, invece, non c’è da attendersi che il Cavaliere faccia un passo indietro.


– Si sa bene che quella cosa lì non la fa. E’ inutile chiedere cose che non servono – risponde alle opposizioni che chiedono le dimissioni del Presidente del Consiglio. Tutto il can-can che si sta muovendo attorno alla vicenda Ruby, però, di certo non agevola il cammino della riforma numero uno per la Lega e il Ministro delle Riforme non può non esserne preoccupato.


Bossi non commenta i fatti ma mostra comprensione per l’alleato di governo al centro di un fuoco di fila senza precedenti. Anche il richiamo del Papa affinche’ la società e le istituzioni pubbliche ritrovino le loro radici spirituali e morali è un richiamo ”giusto”, ma non poteva essere altrimenti.


– Se non lo dice lui chi lo deve dire? – e’ il commento lapalissiano di Bossi. L’accanimento contro il Premier, invece, non è normale.


– In un paese normale e democratico queste cose non avvengono: non si mette sotto pressione una persona così. E’ un presidente del Consiglio mica la Mafia! – osserva il Ministro delle Riforme che difende il Premier e ripete:


– Berlusconi è stato praticamente circondato, tenuto sotto pressione, controllato da tutte le parti. E’ facile in questo caso trovare delle cose…