Rubygate, Berlusconi: «Non mi piego»

MILANO – «Vi sembra normale che il presidente del Consiglio sia sottoposto a uno spionaggio del genere?». Si è rivolto così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, alla platea riunita al palazzo delle Stelline di Milano per il convegno ‘Pdl e riforme’ organizzato dall’associazione Noi riformatori, interna al Pdl.


– Siccome io ho reagito a una autentica aggressione e siccome non ci sto, non fuggo e non mi dimetto, come gli aggressori pretendono, visto che l’operazione non è riuscita come nel 1994, allora addirittura sarei io che aggredisco perché mi difendo da quello che è un autentico tentativo di eversione – ha aggiunto il presidente del Consiglio durante il suo collegamento telefonico.


Secondo Berlusconi «quello che è successo è di straordinaria gravità».


– Le intercettazioni – ha sostenuto – non sono state fatte in seguito ad una notizia di reato, ma proprio per costruire attraverso di esse un’ipotesi di reato.


E ha ripetuto che «dall’inizio del 2010 i miei ospiti sono stati identificati, con il dispiegamento di tecnologie costosissime, e sottoposti a intercettazioni continuative. E sono stato anch’io sistematicamente intercettato».


Tra l’altro le accuse formulate dalla Procura di Milano nei confronti di Silvio Berlusconi sono «inconsistenti e addirittura ridicole sul piano giudiziario».


– Quindi – commenta – ci troviamo ancora una volta davanti a un clamoroso uso politico della giustizia. Pensavano di piegarci, ma non ci pieghiamo e reagiamo all’aggressione.


E nelle intercettazioni contenute nell’invito a comparire trasmesso dalla Procura di Milano alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera «non ci sono prove», sostiene il Cavaliere.


– Il 21 dicembre – afferma – sono stato iscritto nel registro degli indagati. E invece di un normale invito a comparire, due o tre pagine, è stato trasmesso un volume di quasi 400 pagine, pieno di intercettazioni. Ma l’obiettivo è soprattutto politico e mediatico, indipendentemente dalle prove a sostegno delle accuse, che in quelle intercettazioni non ci sono.


Poi afferma:


– Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha messo in atto un ‘disegno eversivo’ contro il governo.


Le vicende giudiziarie, ha detto Berlusconi, si sono intrecciate «con la vicenda politica. Dal 2008 al 2010 Fini ha bocciato, non a caso, qualsiasi possibilità di riforma della giustizia, a partire, guarda caso, dalla legge sulle intercettazioni. Poi, sempre non a caso, è stata messa in atto la scissione di Futuro e Libertà. L’intento era quello di mettere in minoranza il nostro governo, eletto dagli italiani. Poi il disegno eversivo è fallito, con il voto alla Camera e al Senato del 14 dicembre. E allora subito è partita l’operazione giudiziaria».


– In ogni caso, siamo determinati a realizzare la riforma della giustizia, che non siamo mai riusciti a fare non per mancanza di impegno e di volontà da parte nostra, ma per l’opposizione prima di Casini e poi di Fini – ribadisce.


– Una riforma – ha concluso – che è richiesta da ciò che sta avvenendo da anni nel nostro Paese.