Confermata condanna, Cuffaro si costituisce

ROMA – Confermata, a carico dell’ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro, la condanna a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e violazione del segreto istruttorio nell’ambito del processo «talpe alla Dda». Lo ha deciso la seconda sezione penale.


Nel primo pomeriggio è entrato nel carcere di Rebibbia, dall’ingresso carraio. Il provvedimento di carcerazione gli è stato notificato dai carabinieri del Ros nella stazione dei militari vicino a piazza Farnese, dove l’esponente politico si è fermato dopo aver lasciato l’abitazione.


Dalle 9 alle 12:30 di stamani si è raccolto in preghiera nella Chiesa della Minerva, nel centro di Roma, seduto su uno scranno in fondo, in compagnia di un paio di uomini della segreteria. Ha trascorso la mattinata in uno stato d’animo che, chi lo conosce, definisce «molto provato». Cuffaro, con addosso un impermeabile scuro, è uscito presto dalla sua abitazione questa mattina, pochi metri distante, ed è andato direttamente in chiesa, da dove è uscito pochi minuti prima delle 12:30. L’ex governatore della Sicilia uscito dalla chiesa si è diretto nella sua abitazione romana, sempre in centro, a pochi metri di distanza.


– Adesso affronterò la pena come è giusto che sia, questo è un insegnamento che lascio come esempio ai miei figli – Sono le parole di Salvatore Cuffaro, intrattenutosi per qualche istante con i giornalisti appena uscito di casa, prima di andare al carcere di Rebibbia a costituirsi.


– Sono stato un uomo delle istituzioni – ha proseguito – e ho un grande rispetto della magistratura che è una istituzione, quindi la rispetto anche in questo momento di prova. Questa prova – ha concluso – che certamente non è facile, ha rafforzato in me la fiducia nella giustizia e soprattutto ha rafforzato la mia fede. Se ho saputo resistere in questi anni difficili è soprattutto perché ho avuto tanta fede e la protezione della Madonna, adesso affronterò la pena come è giusto che affronti un uomo delle istituzioni ed ora viene chiamato a sopportare una prova. Lo lascerò come insegnamento ai miei figli, devono avere fiducia nella giustizia e nelle istituzioni.


A Cuffaro, al Senato subentrerà Maria Pia Castiglione. La geografia politica però non muta. Candidata nella lista dell’Udc, anche lei ha aderito al Pid, Popolari di Italia Domani, promosso dal gruppo siciliano in rotta con Casini. Nata 55 anni anni fa a San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, Maria Pia Castiglione è medico neurologo che svolge attività specialistica ambulatoriale a Trapani, Pantelleria e Castellammare del Golfo. E’ in politica da molti anni. Tra il 1991 e il 1993 è stata sindaco di San Vito Lo Capo, poi consigliere provinciale di Trapani, infine consigliere comunale del suo paese. Fino al settembre dell’anno scorso è stata presidente provinciale dell’Udc a Trapani. Ha ufficializzato la sua adesione al Pid il 3 gennaio durante un’assemblea presieduta da Calogero Mannino. Sposata con un ingegnere, una figlia, si dichiara grande amica di Totò Cuffaro.


– Provo per lui – dice – un grande dispiacere. Per me resta un amico dotato di grande umanità, disponibilità e generosità. Tutti gli dobbiamo tanto.


Alle politiche del 2008 gli unici tre senatori dell’Udc sono stati eletti in Sicilia. Ora il gruppo è diviso. Con Casini è rimasto Gianpiero D’Alia, eletto nella circoscrizione orientale; Cuffaro e Aparo Burgaretta (subentrato ad Antonello Antinoro che aveva optato per il seggio di eurodeputato) sono passati al Pid. Ora la Castiglione rimpiazza Cuffaro senza alterare gli equilibri in Senato.