Caso RubY: premier non si fa interrogare. La Procura va avanti

MILANO – Silvio Berlusconi non si farà interrogare dai pm di Milano che indagano sul caso Ruby, ma la Procura va avanti ed entro metà febbraio dovrebbe inviare la richiesta di giudizio immediato per il Presidente del Consiglio accusato di concussione e prostituzione minorile. E’ questo il quadro che oggi si è delineato con certezza, dopo l’invio, tramite fax, di una breve nota da parte dei legali del premier, finita sul tavolo del Procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati.


In una quindicina di righe, tanto è lunga la comunicazione ‘formale’ – un atto di cortesia che nulla ha a che vedere con un’istanza di trasferimento del fascicolo – gli avvocati e parlamentari del Pdl Niccolò Ghedini e Piero Longo hanno spiegato ai magistrati i motivi per cui Berlusconi ha declinato l’invito a comparire: la competenza funzionale e territoriale è del Tribunale dei Ministri perchè la notte tra il 27 e il 28 maggio scorsi, quando il capo del Governo telefonò in Questura per ottenere l’affido di Ruby al consigliere regionale Nicole Minetti (indagata per induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile insieme a Emilio Fede e Lele Mora) agì nell’esercizio delle sue funzioni di primo ministro.


Non così per i procuratori aggiunti Ilda Boccassini e Pietro Forno e per il pm Antonio Sangermano, che ritengono di essere titolari del procedimento e che, ancora prima di indagare il premier e di recapitargli la convocazione per l’interrogatorio – fissato per domani o in alternativa domenica o lunedì -, hanno studiato a fondo la questione della competenza. Una questione che, non è da escludere, la difesa riproporrà con una memoria più articolata al giudice delle indagini preliminari Cristina Di Censo, al quale toccherà decidere se mandare o meno a processo Berlusconi. E qualora il Cavaliere dovesse essere rinviato a giudizio non è nemmeno da escludere che, pur nella convinzione dell’insussistenza dei reati contestati, venga chiesto il rito abbreviato: si eviterebbe – questa è l’ipotesi – non solo un dibattimento a porte aperte con stampa e pubblico presenti in aula, ma soprattutto la sfilata delle ragazze che, stando alle indagini e alle intercettazioni, avrebbero partecipato alle feste ‘hard’ e che potrebbero contraddirsi peggiorando il quadro accusatorio.


Intanto oggi è proseguito il lavoro di inquirenti e investigatori, che si apprestano a tirare le somme almeno per una parte dell’inchiesta (rimane quella relativa agli atti trasmessi da Palermo): non solo l’audizione della escort Nadia Macrì, ma anche – come sta accadendo da giorni – la rilettura degli atti del fascicolo, i colloqui con alcuni difensori, e l’analisi del materiale sequestrato, tra cui nuovi documenti bancari, definito ‘molto interessante’.


Infine al momento, oltre a Ruby, non ci sarebbero altre minorenni coinvolte nell’inchiesta che, fino ad ora, avrebbe riguardato solo il 2010 e non gli anni precedenti: per legge si possono acquisire i tabulati telefonici andando a ritroso di due anni, ma a quanto pare la lente di ingrandimento dei pm avrebbe passato in rassegna solo l’anno scorso e non quindi l’intero 2009 quando Iris Berardi, una delle giovani ospiti a casa di Berlusconi, nata il 29 dicembre 1991, non era ancora maggiorenne.