Albania nel caos, Berischa: “No ad altra violenza”

TIRANA – Venerdì dopo tre ore di rivolta, in cui sono rimaste uccise almeno tre persone, la polizia albanese ha messo fine alle proteste di fronte al palazzo di governo. Gli agenti in tenuta anti-sommossa hanno preso il controllo del viale principale, inseguendo alcuni dimostranti nelle vie laterali ed anche in alcune zone commerciali. Durante gli scontri nelle strade della capitale la polizia ha aperto il fuoco contro i dimostranti che cercavano di assaltare gli uffici del primo ministro Sali Berisha. Secondo l’agenzia albanese Ata, i dimostranti hanno lanciato pietre e bottiglie Molotov contro la polizia e all’interno del cortile del palazzo del governo. A restare per terra dopo l’intervento della polizia che è ricorsa ai gas lacrimogeni ed ai cannoni ad acqua per bloccare l’avanzata dei dimostrantisono erano in tre, secondo quanto riportano fonti ospedaliere locali, precisando che le vittime sarebbero state “colpite da proiettili esplosi a breve distanza”. Almeno quattro agenti ed una decina di dimostranti sono rimasti feriti.


Gli scontri sono scoppiati durante una manifestazione pacifica indetta venerdì dal Partito socialista all’opposizione per chiedere le dimissioni del governo di Sali Berisha contro il quale ha rinnovato le accuse di corruzione, dopo che la scorsa settimana il vice premier Ilir Meta è stato costretto a lasciare l’incarico dopo essere stato incriminato in un processo per corruzione.


Ancora alta la tensione ieri in Albania dove opposizione e governo continuano a scambiarsi accuse reciproche di responsabilità delle vittime degli scontri di venerdì. Gli ordini di arresto della Procura di Tirana su sei ufficiali della Guardia Repubblicana non sono ancora stati eseguiti e il leader socialista, Edi Rama, ha lanciato un nuovo appello ai suoi sostenitori a tornare in piazza venerdì prossimo.


L’annuncio della nuova manifestazione è arrivato al termine dei funerali di due delle vittime delle proteste, nella città meridionale di Fieri. Funerali organizzati dall’opposizione che, in autonomia, aveva anche proclamato due giorni di lutto per le vittime. “Quello che dispiace degli appelli internazionali a mantenere la calma – ha dichiarato – è la mancanza della netta condanna di un clamoroso omicidio di Stato”.


Da parte sua il premier Berisha continua a parlare delle vittime come di “banditi” e ha convocato una sua manifestazione per mercoledì contro la violenza dell’opposizione, manifestazione successivamente spostata a sabato. Berisha ha ricevuto alcuni ambasciatori europei a Tirana per discutere della crisi politica e ha assicurato la propria determinazione a garantire la Costituzione e lo Stato di diritto. Il premier ha anche accusato l’opposizione di voler ordire un colpo di Stato e si è espresso favorevole alle manifestazioni di protesta, purché siano pacifiche e nei limiti della legge.


Sugli italiani presenti in Albania l’ambasciatore italiano nel Paese Saba D’Elia, rassicura: “Non ci sono problemi, nè danni fisici o materiali, per la comunità italiana. Il nostro auspicio è che si riprenda un confronto politico costruttivo per trovare una formula compromissoria che salvaguardi il Paese ed il suo percorso di avvicinamento all’Europa cui l’Italia tiene particolarmente”.