Ancora proteste. Imminente rimpasto di governo

TUNISI – In Tunisia è atteso nei prossimi giorni un rimpasto governativo per colmare i posti lasciati vuoti dai ministri che si sono dimessi recentemente. Lo ha detto il ministro dell’Educazione Tayeb Baccouche.

“Nell’ambito delle consultazioni dovrebbe esserci un rimpasto nei prossimi giorni”, ha detto il ministro.
Cinque ministri si sono dimessi da quando il governo ad interim è stato annunciato la scorsa settimana dopo che è stato deposto l’ex presidente tunisino.

Ieri, intanto, la polizia ha impiegato i lacrimogeni per cercare di disperdere un gruppo di manifestanti nel centro di Tunisi. I manifestanti, la maggioranza dei quali arrivati ieri da zone povere rurali e accampatisi per la notte davanti all’ufficio del primo ministro, hanno mandato in frantumi le finestre del vicino edificio che ospita il ministero delle Finanze.

Molti dei manifestanti provenivano da Sid Bouzid, una desolata città nella Tunisia centrale dove un mese fa il suicidio di un giovane disperato ha innescato la “Rivoluzione del Gelsomino” contro la povertà, la corruzione e la repressione politica.

Più di una settimana dopo che il primo ministro Mohamed Ghannouchi ha assunto la guida del governo di unità nazionale, sia lui che altri ex esponenti del temuto partito al potere si trovano a fare i conti con una crescente opposizione nonostante una serie di concessioni. Non è chiaro che forma potrebbe assumere una eventuale leadership popolare. Esistono partiti di opposizione, ma sono poco noti dopo decenni di oppressione.

Il governo provvisorio dice che la settimana scorsa 33 membri della famiglia dell’ex presidente Ben Ali – che si è rifugiato in Arabia Saudita – sono stati arrestati.
Il giornalista del New York Times Roger Cohen, intervistato dal Corriere della Sera, ha affermato che in Tunisia ci sarebbe spazio per “una terza via araba tra islamismo e dittature”.