I sindaci: «Non siamo una stampella»

ROMA – La Lega prosegue nella sua ‘manovra a tenaglia’ per convincere l’Anci a pronunciarsi a favore del decreto del federalismo fiscale sul fisco municipale puntando così a ‘costringere’ le opposizioni a virare dal no almeno su un’astensione al testo. Ma dai sindaci arriva un altolà: non siamo la stampella del governo, né dell’opposizione, dice Sergio Chiamparino.


Per conquistarli in ogni caso il ministro Roberto Calderoli ha messo sul piatto, in vista dell’ufficio di presidenza di oggi, un succoso pacchetto che comprende lo sblocco delle addizionali comunali all’Irpef ferme dal 2008; la fissazione dell’aliquota dell’Imu direttamente nel decreto (e non tramite la legge di stabilita’) al 7,5 per mille e una modifica della tassa di soggiorno che diventa a percentuale e non più a persona ed estesa ai comuni a vocazione artistica.


Il ministro vuole vedere nero su bianco un sì pieno dei sindaci prima di presentare, attraverso una nuova bozza di parere, le modifiche in un nuovo testo. L’Anci non scioglie ancora la riserva e aspetta di pronunciarsi oggi ma è chiaro che una serie di aperture di questo tipo possano far gola ai Comuni, in difficoltà per i tagli e che hanno incassato ieri anche una serie di aperture che entreranno nel decreto milleproroghe e che dovrebbero dar loro respiro in vista dei bilanci 2011. Un sì, possibile, dell’Anci (il cui ufficio di presidenza, di 40 componenti, è in bilico e vede chiaramente i sindaci di centrodestra e Lega più propensi all’ok) riaprirebbe comunque la partita: dovrebbe farci i conti il Pd, con qualcuno che in quel caso propenderebbe per un’astensione, tutta politica, rinviando di fatto lo scontro, e il rischio di elezioni, al prossimo decreto, quello sul fisco regionale. Altri, la maggior parte, restano comunque per la linea dura, che sembra quella per il momento scelta anche dal Terzo Polo.


Calderoli e il presidente della bicamerale Enrico La Loggia, stanno comunque continuando a lavorare anche su quel fronte. Ieri i due hanno incontrato alla Camera i componenti di opposizione in commissione.
Terzo Polo e Pd restano scettici sul provvedimento e rivendicano una propria posizione autonoma rispetto a quella dell’Anci, qualunque sia la scelta che farà oggi.
– Noi abbiamo posto problemi seri – sottolinea il senatore di Fli Mario Baldassarri – l’Anci è una cosa, il Parlamento è un’altra.


Le opposizioni che hanno avanzato proposte di modifica comuni aspettano di vedere anche quale sarà l’atteggiamento del governo sui circa 60 emendamenti che hanno presentato alla bozza di parere di La Loggia. Nel frattempo non li ha convinti la relazione tecnica del Tesoro depositata ieri. Nel testo si prevede, ad esempio, che il costo della cedolare secca in termini di diminuzione del gettito Irpef sia di circa 3 miliardi nel 2011 che verrebbero, però, compensati da entrate per 3,4 miliardi della nuova misura di cui 1 dall’emersione degli affitti in nero.


– Il governo – attacca Baldassarri – fa il gioco delle tre carte: perchè a luglio la cedolare doveva costare 2,8 miliardi, poi a dicembre 1 miliardo e ora 3 miliardi, coperti addirittura il primo anno con l’emersione, cosa che non si potrebbe fare in base all’articolo 81.


E’ chiaro, comunque, che la posizione dell’Anci, determinerà delle conseguenze in vista del voto del parere della bicamerale fissato per il 3 febbraio. Domani si pronunceranno intanto le altre commissioni competenti e bisognerà vedere che accade nella Bilancio a Montecitorio, dove la maggioranza è sotto. La Lega, comunque è determinata a tentarle tutte e sarebbe anche disponibile, per andare incontro alle richieste dell’opposizione, a prorogare la scadenza dell’ok complessivo alla riforma di tre mesi rispetto al 21 maggio. Il Fli ieri ha formalizzato, però, nel milleproroghe la propria richiesta: uno slittamento di 6 mesi o 1 anno.