Hezbollah al governo Usa: “I rapporti cambieranno”

BEIRUT – Il presidente libanese Michale Suleiman ha affidato al magnate delle telecomunicazioni Najib Mikat, sostenuto da Hezbollah e dai suoi alleati, l’incarico di primo ministro. La decisione ha provocato proteste nel nord del paese tra i sostenitori del premier uscente Saad al-Hariri.


Mikati ha detto che inizierà i colloqui per formare il governo, esortando tutte le fazioni libanesi a superare i contrasti. Intanto, il leader di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ha inviato il neo-premier a formare un “governo di partnership nazionale”.


“Abbiamo sostenuto la nomina di… Mikati e lo invitiamo a formare un governo di partnership nazionale. I libanesi hanno una possibilità di serrare le fila”, ha detto Nasrallah davanti a migliaia di sostenitori.
Ma l’offerta di coalizione è già stata respinta da Hariri, e centinaia di suoi sostenitori hanno invece protestato nel nord del Libano contro la nomina di Najib Mikat.


Il sistema politico libanese prevede normalmente che il primo ministro sia un sunnita, e i sostenitori di Hariri hanno già detto che chiunque accetti un mandato da Hezbollah verrà considerato un traditore.
Mikati ha già però ottenuto l’appoggio fondamentale del leader druso Walid Jumblatt, che ha fatto pendere la bilancia dalla parte del magnate delle telecomunicazioni. Hezbollah e i suoi alleati sono usciti dal governo di unità nazionale lo scorso 12 gennaio in polemica per le accuse, ancora riservate, di un tribunale dell’Onu che sta indagando sulla morte di Rafik al-Hariri, padre del premier, avvenuta nel 2005. Gli Stati Uniti, che hanno definito Hezbollah un’organizzazione terroristica, hanno fatto sapere che un ruolo preminente per il gruppo militante sciita potrebbe complicare i rapporti di Washington con il Libano e influire sugli aiuti da parte degli Usa. Hezbollah aveva già dichiarato in precedenza che gli Usa avevano sabotato i colloqui tra lo stesso Hezbollah e Hariri.