Spunta il caso Iris La procura: nessuna iniziativa

ROMA – Dalla documentazione trasmessa dalla Procura di Milano alla Giunta per le autorizzazioni della Camera sul caso Ruby, risulta che la brasiliana Iris Berardi sarebbe stata presente due volte alle feste nelle residenze del presidente del Consiglio prima del compimento della maggiore età. Questa circostanza era già emersa nei giorni scorsi, dopo la notifica dell’invito a comparire a Silvio Berlusconi, ma fonti della procura avevano escluso indagini relative a una minorenne che non fosse Ruby.


E in effetti la procura sottolinea che per quanto riguarda la presunta presenza nella villa di Arcore di un’altra minorenne “non c’è alcuna iniziativa a riguardo”, cosi come non è stata fatta alcuna riqualificazione del reato per gli indagati, Silvio Berlusconi, Nicole Minetti ed Emilio Fede.


“Nessuna iniziativa”, inoltre, è stata presa dai magistrati milanesi in relazione all’eventuale contestazione del reato di subornazione dei testimoni ai legali del premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo, per i verbali difensivi trovati in possesso di alcune ragazze perquisite nell’ambito dell’inchiesta.


Durante le perquisizioni del 14 gennaio, la dominicana Marysthell Polanco era in possesso non del proprio verbale difensivo, ma di quello contenente le dichiarazioni di un’altra delle ragazze di Arcore, Barbara Guerra. Circostanza che potrebbe suggerire l’idea che le testimoni a favore di Berlusconi si siano passate atti d’indagine per ‘conoscere’ le rispettive versioni.


E il compagno di Marystelle Garcia Polanco, Ramirez De La Rosa, è stato condannato dal gup di Milano con rito abbreviato a 8 anni di carcere e 120 mila euro di multa per detenzione e spaccio di stupefacenti: era stato arrestato in flagranza dagli uomini del Goa mentre cedeva 100 grammi di stupefacente a un’altra persona che ha patteggiato la pena a 3 anni e 4 mesi. Al momento del fermo, avvenuto il 3 agosto 2010, De La Rosa ha spiegato che l’automobile su cui viaggiava quel giorno, una mini-cooper, gli era stata prestata dalla Polanco. Nascosti in un box di via Olgettina le forze dell’ordine avevano trovato 12 chili di droga.
Prosegue intanto il lavoro dei pm Ilda Boccassini, Antonio Sangermano e Pietro Forno, impegnati a preparare la richiesta di giudizio immediato a carico del premier.


E dopo le intercettazioni trapelate da cui emergeva la rabbia di Nicole Minetti nei confronti del premier, il consigliere del Pdl alla Regione Lombardia si difende in un’intervista sul ‘’Corriere della Sera’’: “Non mi ricordo di aver detto cose di quel genere e se l’ho fatto era solo lo sfogo in un momento di rabbia’’. E aggiunge: ‘’Io non ci sto a fare la figura della maitresse da quattro soldi’’.


Intanto il direttore del Tg4 Emilio Fede “dopo avere preso visione dei verbali di interrogatorio dell’inchiesta sulle cene ad Arcore, ha affidato ai propri legali il compito di sporgere querela nei confronti del brigadiere capo dei carabinieri Luigi Sorrentino (in servizio presso l’ufficio scorte) ritenendo le affermazioni di quest’ultimo non corrispondenti al vero e lesive della propria dignità umana e professionale”. Lo annuncia in un comunicato lo stesso Fede sottolineando inoltre che “nei fatti il signor Luigi Sorrentino non è mai stato autista di Emilio Fede. Nei fatti: Emilio Fede non è mai rientrato alle 4 del mattino, come invece racconta il capo scorta. Nei fatti: mai Emilio Fede ha utilizzato la scorta per accompagnare ragazze a casa”, prosegue il comunicato”.


Sul fronte più strettamente politico, il segretario del Pd Pierluigi Bersani parla di ‘’una situazione ormai insostenibile’’ e lancia un appello a chi, ‘’anche nel centrodestra, ha a cuore gli interessi fondamentali della nostra casa comune’’, per ‘’indurre Berlusconi a fare un passo indietro’’.


Il Pd chiama in causa anche Maroni: ‘’Qualche giustificazione dovrebbe darla”, chiede Donatella Ferranti, intervenendo in Giunta per le autorizzazioni. “Quello che Berlusconi ha fatto con Ruby – spiega – non è una cosa occasionale. A distanza di sei mesi, da palazzo Grazioli, nel dicembre 2010, ha chiamato Marysthelle Polanco e gli ha dato il numero del prefetto di Milano. Quindi, è abitudine del premier fare pressione sui funzionari della Stato”.


Chiede ‘’un chiarimento’’ direttamente al prefetto di Milano Gian Valerio Lombardo invece Pierluigi Mantini, dell’Udc, che, parlando in Giunta per le autorizzazioni, sottolinea: ‘’Ricevere in auto, in prefettura, la Polanco, una prostituta nel cui appartamento (nel garage, ndr) vengono ritrovati 2.7 chilogrammi di cocaina, solo perché diceva di conoscere il presidente del Consiglio è un comportamento poco corretto”.


Per il Pdl mentre Anna Maria Bernini parla di una ‘’fiction a puntate’’ e ‘’di palese violazione del segreto istruttorio e dei diritti di liberta’ che la Costituzione considera inviolabili’’, Riccardo Mazzoni, membro della direzione nazionale del Pdl, afferma: ‘’Quella della Procura di Milano contro Berlusconi ormai non è più una normale inchiesta giudiziaria, ma una sharia in cui si stravolge ogni regola del diritto e si trasforma un precetto etico-religioso in una legge dello Stato e un presunto peccato in un reato penale’’. ‘’I pm hanno svestito la toga per mettersi addosso la veste degli ayatollah. A quando la lapidazione?’’, conclude.