Napolitano contro gli strappi, Pdl frena

ROMA – Con una brusca frenata, il Pdl ha ridotto la forte tensione politica, al limite dello scontro istituzionale, nata dall’annuncio della manifestazione di piazza, a cui avrebbe partecipato il premier Berlusconi, per protestare contro i pretesi abusi della magistratura. In mattinata, quando è stato confermato che la manifestazione si sarebbe svolta il 13 febbraio prossimo a Milano, la tensione ha toccato un picco. Poi è arrivata la frenata. Secondo fonti parlamentari ben informate, a determinare la svolta ha contribuito molto la moral suasion di Giorgio Napolitano.


Il presidente della Repubblica è preoccupato, e non da oggi, della nuova contrapposizione fra politica e magistratura, nata intorno alla vicenda Ruby, e della vicenda di ‘casa An’. Per questo chiede da tempo di evitare ogni iniziativa che rischi di acutizzare lo scontro fra i poteri e istituzioni. Napolitano ha partecipando all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario senza dire una sillaba. Ma i suoi moniti sono stati ricordati da quasi tutti gli oratori, e in particolare dal primo presidente della Cassazione, Ernesto Lupo, che ha svolto la relazione e, fra l’altro, ha detto che i processi si devono fare nelle sedi giurisdizionali proprie. E ha difeso la separazione e l’equilibrio dei poteri dicendo che ”nessun potere è assoluto, neppure quello del popolo, che esercita la sovranità nelle forme e nei limiti della Costituzione”.


Il vice presidente del CSM Michele Vietti, che ha fatto implicitamente riferimento ”all’attualità dirompente dei nostri giorni”, ha detto che ”alla giustizia si deve rispetto”, ha indicato il processo quale il luogo in cui ”si incarna lo stato di diritto e si assegnano i torti e le ragioni”. A questo proposito, Vietti ha citato fra virgolette il monito di Napolitano, di una settimana fa alla Giornata dell’Informazione.


”Fuori di questo quadro ci sono solo le tentazioni di conflitti istituzionali e di strappi mediatici che non possono condurre, per nessuno, a conclusioni di verità e di giustizia”. Una citazione probabilmente concordata con lo stesso Napolitano, che ha ascoltato, seduto in prima fila, accanto a Renato Schifani, a Gianfranco Fini, al sottosegretario Gianni Letta, e al ministro della Giustizia Angelino Alfano. Finita la cerimonia, il vice presidente dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello ha criticato con parole forti le affermazioni di Vietti (”una minoranza di magistrati usa la toga come arma politica”) e del presidente della Cassazione Lupo (”la sovranita’ popolare non e’ una sovrastruttura”) e ha confermato che il Pdl sarebbe sceso in piazza il 13 febbraio contro una giustizia che ”si riduce a intercettare tutto o a spiare dal buco della serratura”.


Poco dopo, , com’è tradizione, Napolitano ha lasciato il ”Palazzaccio” in auto insieme al ministro della Giustizia Alfano. Durante il tragitto verso il Quirinale, Napolitano ha avuto modo di esternare le sue preoccupazioni. Nel frattempo le opposizioni sparavano alzo zero sulla manifestazione del Pdl. Governo contro magistratura? Una istituzione contro un’altra?


Una iniziativa ”eversiva”, ha tuonato il portavoce dell’Italia dei Valori Leoluca Orlando. Ci ripensino, ha detto il vice segretario del Pd Enrico Letta, perchè così ”si supera qualsiasi limite” e questa manifestazione ricorda ”drammaticamente le sequenze del film di Nanni Moretti ‘Il Caimano’, che si chiude con le istituzioni distrutte da un incendio. Critiche sono piovute anche da esponenti dell’FLI e da Giuseppe Giulietti di Articolo 21. A tirare il freno a mano per conto del Pdl è stato il ministro della Difesa Ignazio La Russa, che nel giro di un’ora ha ridimensionato le parole di Quagliariello. ‘


– Al momento – ha detto – la manifestazione è solo un’ipotesi che stiamo esaminando e dobbiamo verificare.