Bossi frena gli attacchi a Fini: «Abbassare i toni»

ROMA – Avrà pure la casa a Gemonio, come ieri aveva ironizzato per tirarsi fuori dalla battaglia su abitazioni più scottanti, come Arcore e Montecarlo, ma certo Umberto Bossi aveva armato i suoi per l’affondo in Senato contro il presidente della Camera Gianfranco Fini. Oggi, invece, il Senatur ci ripensa e frena gli attacchi al leader di Fli.


– Tutti dovremmo abbassare i toni e fare meno casino – è il consiglio del ministro, cauto anche sugli annunci di piazza da parte del Pdl. La preoccupazione di Bossi resta una e una sola: il federalismo che oggi vede più vicino ”perchè ai Comuni abbiamo dato tutto e ora i partiti non possono dire no”.


L’altolà del capo del Carroccio ai suoi arriva prima che la procura di Roma confermi la richiesta di archiviazione per Fini definendo ”irrilevanti” gli atti inviati dal governo di Santa Lucia. Documenti sui quali ieri era partito il fuoco di fila di Pdl e Lega contro il presidente della Camera dopo che il ministro degli Esteri Frattini si era presentato in Senato per rispondere sul caso dell’appartamento del cognato di Fini Giancarlo Tulliani.


– Il mondo – è la premessa un po’ filosofica del Senatur – è diviso in due, io faccio parte di un mondo e penso che bisogna fare meno casino e abbassare i toni.


E la conferma che la Lega, oggi, sta dalla parte di chi non urla si intuisce anche dal basso profilo scelto da Bossi sulla piazza invocata dal Pdl come prova di forza contro ”fango” del caso Ruby.


– Non lo so, devo parlare con i miei perchè io sono ancora capo di un partito – glissa, non senza punzecchiare, il ministro.


La Lega ”di governo” oggi ha un solo obiettivo: il federalismo. Per portare a casa il via libera al decreto su quello municipale, il ministro Calderoli sembra riuscito nella mediazione con l’Anci. Successo che per Bossi è vincolante anche per i partiti.


– Io guardo ai Comuni perchè chi meglio di loro guarda ai propri interessi. Se i Comuni dicono sì, come fanno i partiti a dire no.


Correlazione che, però, il presidente dell’associazione dei Comuni Italiani Sergio Chiamparino nega così come Pd e Terzo Polo confermano la contrarietà. La forza dei numeri si vedrà alla prova del voto giovedì prossimo in Bicamerale. Solo a quei numeri guarda Bossi che, quanto all’allargamento della maggioranza, su cui il premier Silvio Berlusconi insiste, resta freddo:


– Vediamo su che basi e per che cosa.