Rifiuti: 14 arresti, provvedimenti cautelari per l’ex vice di Bertolaso

NAPOLI – In mille pagine i magistrati hanno delineato uno scenario inquietante: per anni tonnellate di percolato, quel liquido che si forma nelle discariche dove si smaltiscono i rifiuti solidi urbani, sarebbe finito in mare con il suo carico di veleni, inquinando un lunghissimo tratto di costa della Campania. Quattro anni di lavoro investigativo – fatto di acquisizioni di atti e di intercettazioni telefoniche – che all’alba di oggi hanno portato all’esecuzione di 14 provvedimenti cautelari, otto in carcere e sei ai domiciliari. Trentotto in tutto gli indagati che nei prossimi giorni dinanzi ai magistrati potranno difendersi.


Ai domiciliari sono finiti, tra gli altri, l’ex prefetto Corrado Catenacci, che è stato commissario per l’emergenza rifiuti in Campania, Marta Di Gennaro, già vice di Guido Bertolaso alla Protezione civile, l’ex direttore del ministero dell’Ambiente, Gianfranco Mascazzini. Tra gli indagati risultano, invece, l’ex presidente della Giunta regionale della Campania, Antonio Bassolino, l’ex assessore all’Ambiente, Luigi Nocera. Il percolato aspirato dalle discariche della Campania, accusano gli inquirenti, passava per i depuratori ma poi finiva in mare senza essere adeguatamente trattato, in violazione alle norme della tutela dell’ambiente. Insomma, una vicenda che avrebbe arrecato danni notevoli all’ambiente.


All’alba i carabinieri del Noe e gli uomini della Guardia di Finanza hanno eseguito anche una serie di perquisizioni per acquisire degli atti che saranno valutati nei prossimi giorni.


– Penso che non ci sia la volontà da parte delle forze politiche di risolvere il problema dei rifiuti, altrimenti a quest’ora sarebbe stato risolto – Lo ha detto con amarezza il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovandomenico Lepore, nel corso della conferenza stampa indetta per illustrare i risultati dell’operazione.


”La gravità delle condotte contestate risalta in maniera netta se si pensa che il rispetto dei doveri sottesi ai ruoli ricoperti dagli indagati avrebbe fatto emergere sin da subito le problematiche tecnico funzionali che hanno interessato la gestione dei rifiuti e gli impianti in cui sono stati riversati e avrebbe impedito una condotta certamente pregiudizievole per l’ambiente”, hanno scritto in una nota il procuratore Giovandomenico Lepore e l’aggiunto Aldo De Chiara. Le reazioni all’inchiesta non sono mancate.


Il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha detto di aver ”appreso con sorpresa e rammarico la notizia del coinvolgimento dell’ex direttore generale del Ministero dell’Ambiente Gianfranco Mascazzini” ‘


– Ci auguriamo – ha aggiunto il ministro – che Mascazzini, dirigente pubblico di lunghissima esperienza, conosciuto e apprezzato per la sua competenza, possa al più presto chiarire la sua posizione.


L’ex presidente della Giunta regionale della Campania, Antonio Bassolino ha espresso, in una nota, ”rispetto e fiducia verso la magistratura”.


– Sono sereno e certo che l’ulteriore sviluppo delle indagini – ha aggiunto – dimostrerà la mia estraneità ad ogni ipotesi di reato.


Per l’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano ha garantito ”piena collaborazione con le forze inquirenti per fare luce sull’accaduto. La Regione Campania ha tutto l’ interesse a chiarire ogni aspetto della vicenda”. La Regione ha provveduto – si legge in una nota – alla sospensione cautelativa dal servizio dei dipendenti interessati.