Kozak schianta una brutta Fiorentina

ROMA – Seconda per una notte. Una Lazio ancora lontana da quella apprezzata nel girone d’andata ritrova comunque il successo, favorita da una Fiorentina spenta e rinunciataria. Ma quel che conta per mister Reja sono i tre punti che proiettano i biancocelesti a 40 punti, come il Napoli. Al di là della vittoria, la nota più positiva per i padroni di casa è l’ottima prova di Kozak, schierato per la prima volta da titolare. Il giovane ceco ripaga la fiducia con due gol, entrambi nella ripresa. Il primo trasformando un rigore (piuttosto dubbio) che l’arbitro De Marco fischia per un fallo di Kroldrup sullo stesso Kozak; il secondo schiacciando di testa un bel traversone del neo acquisto Sculli. E con questi sono quattro i suoi centri in campionato.


La Fiorentina, reduce da quattro risultati utili consecutivi, gioca un primo tempo di pura attesa, senza guizzi né idee ed ancor meno carattere. E la ripresa non sarà migliore. Nei 90’ (più cinque di recupero) non resta sul taccuino la costruzione di una sola azione degna di essere ricordata. Come preventivato, Reja cambia modulo e per la prima volta passa al 4-4-2. In attacco Kozak va ad affiancare Floccari, con Hernanes in panchina a riprendere fiato. Fiorentina con il trio Cerci-Ljajic-Santana a supporto (scarso) di Gilardino.
L’avvio dei padroni di casa è più spigliato che in altre occasioni, ma Ledesma non ha il passo per mettere sotto pressione il centrocampo viola. Comunque la prima conclusione verso la porta di Boruc arriva già al 5’, con una bordata di Floccari, ben servito da Kozak. Il gigante ceco, all’esordio da titolare, si batte su ogni pallone, torreggia nell’area della Fiorentina ed ingaggia un bel duello con Gulan. Dopo appena 12 minuti la Lazio, già in emergenza per le assenze di Dias e Zarate (squalificati), perde Diakité per un problema muscolare. Entra Stendardo. La Lazio sfrutta un po’ meglio le fasce ed al 26′ un cross di Mauri da sinistra spiove preciso sulla testa di Kozak. L’Olimpico ha già il grido in gola, ma a strozzarlo provvede ancora Gulan, anticipandolo di un soffio.


La Fiorentina è una squadra di fantasmi. Involuta, lentissima nelle ripartenze (Montolivo si nota solo quando perde pericolosamente una palla a metà campo), con Gilardino abbandonato davanti, a cercare la sponda per un compagno che non c’é mai. Mutu sarà pure un cavallo matto, ma la società farà bene a reintegrarlo in fretta. Cerci è disordinato (però costringe Muslera all’unica parata, al 37’), Ljajic acerbo (nella ripresa al suo posto entrerà D’Agostino), Santana confusionario. Al 38’ nella Lazio si fa male Floccari ed entra Sculli. I biancocelesti chiudono in attacco e al 41’ Gonzalez (buona la sua gara) costringe Boruc ad una goffa respinta.


L’ingresso di D’Agostino restituisce un po’ di sangue alla manovra della Fiorentina. La palla gira più velocemente ed anche Montolivo sembra uscire dal torpore. Ma è un fuoco di paglia che si spegne nel giro di 10’ del secondo tempo. Il muro costruito dai viola crolla improvvisamente nel giro di cinque minuti, tra il 24’ ed il 28’. Ed entrambe le spallate le assesta Kozak, a segno anche nella vittoria dell’andata. Mihajlovic butta dentro Babacar (per Cerci) e, dopo aver incassato il 2-0, anche l’ex laziale Behrami (fischiatissimo, per Donadel). Ma non c’é più tempo, in una partita che la Fiorentina prima non ha creduto di poter vincere, poi non è stata in grado di raddrizzare.