Il documentario di Germano Di Mattia “Valigie di Cartone: The Italian Dream”

ROMA – E’ stato presentato nella capitale, presso la sede dell’Associazione abruzzese di Roma, il documentario “Valigie di Cartone: The Italian Dream”, realizzato da Germano Di Mattia sul tema dell’emigrazione italiana. Patrocinatore dell’iniziativa la Provincia dell’Aquila.

Il lungometraggio, attraverso scene di fiction, interviste a emigrati di varie generazioni, foto, filmati e documenti d’epoca, ripercorre il lungo cammino della nostra emigrazione, partendo dal sacrificio delle grandi diaspore del 900 per arrivare fino alle giovani generazione all’estero e alle nuove mobilità dei giorni nostri. Nel documentario, come ha spiegato lo stesso autore Di Mattia, viene inoltre dato ampio spazio al ruolo della donna sia nelle fasi storiche della grande emigrazione italiana, mogli e madri attendevano con ansia il ritorno dei loro uomini dall’estero, sia nella moderna realtà delle nuove generazioni. Di Mattia ha anche sottolineato l’importanza dell’attività artistica che, in quanto espressione di semplice bellezza, “non divide nessuno e non è né di destra né di sinistra”. Nella sede dell’Associazione è stata inoltre allestita una mostra con le foto di scena del film che ha già al suo attivo numerosi premi.

Nel corso del dibattito il presidente dell’Associazione Abruzzese di Roma Roberto Di Vincenzo ha evidenziato le necessità di guardare, alla luce del nostro passato di emigrazione, con grande attenzione agli immigrati che giungono in Italia. “Oggi – ha detto Di Vincenzo – dobbiamo rivivere il nostro passato per affrontare, sulla base dei valori dell’accoglienza, il presente dei nuovi venuti nel nostro paese”.

“L’emigrazione – ha spiegato Enzo La Civita presidente della Commissione per l’Internazionalizzazione e l’Impresa del Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo (CRAM) – nasce con l’uomo che si è sempre spostato per trovare lavoro o nuovi territori. Le migrazioni arricchiscono gli altri popoli, portano testimonianze e insegnamenti reciprochi. Un aspetto che nel mondo globalizzato si va coniugando sempre di più. Quindi per definire questo fenomeno non si dovrebbe usare il termine emigrazione, ma utilizzare la parola incontro da dove emerge la disponibilità a conoscersi e riconoscersi per avere pari diritti”.

Il vice presidente della Commissione Affari Esteri della Camera e presidente Unaie Franco Narducci ha ricordato l’analfabetismo diffuso fra gli emigrati dei grandi esodi del primo novecento, l’importanza delle rimesse dall’estero per lo sviluppo di molti paesi italiani e le sofferenze patite dai nostri connazionali che si recarono in paesi stranieri, ad esempio in Belgio e Svizzera, dopo il secondo conflitto mondiale. Sacrifici oggi dimenticati come sembrano consegnate all’oblio le sofferenze delle “vedove bianche” che attendevano per lunghi anni il ricongiungimento familiare con i loro mariti all’estero. “Questo ci deve fare riflettere – ha affermato Narducci – su tutti i paletti che oggi si vogliono mettere per regolamentare il ricongiungimento delle famiglie immigrate in Italia. Un obiettivo, quello di vivere con la propria famiglia, per cui hanno fortemente lottato i nostri connazionali all’estero”. “Noi dobbiamo fare di più per promuovere la nostra lingua e cultura nel mondo – ha continuato Narducci ricordando i recenti tagli alle risorse pubbliche che hanno messo in seria difficoltà le attività degli enti gestori all’estero e la stessa Società Dante Alighieri – perché questo serve ad affermare, nell’era della globalizzazione il sistema Italia e il made in Italy”.