Seminario, “Le migrazioni andine in Italia”

ROMA – La natura dei flussi migratori internazionali (Sud-Nord, Nord-Nord e Sud-Sud), la femminilizzazione dei flussi, le prospettive di crescita del fenomeno e le ricadute nei Paesi di provenienza e di destinazione. Sono alcune delle tematiche che saranno affrontate nel corso del seminario “Le migrazioni Andine in Italia. Contesti di partenza e legami transnazionali” che si terrà il 2 febbraio a Roma.

Organizzato nell’ambito della SPICeS, la Scuola di Politica Internazionale Cooperazione e Sviluppo della FOCSIV, con il sostegno istituzionale del Gruppo assembleare capitolino aggiunto, il seminario è un’occasione per presentare i risultati di tre ricerche curate dalla Federazione nell’ambito del suo impegno sul tema delle migrazioni in un momento in cui questo ha raggiunto una dimensione numerica da record.

Come sottolinea il Segretario generale della FOCSIV, Sergio Marelli “due sono le drammaticità odierne: la palese ineguaglianza del mondo che riconosce soltanto a una parte dell’umanità il diritto alla mobilità; e l’inadempienza degli Stati a rispettare gli obblighi loro imposti dalle convenzioni internazionali nei confronti dei migranti. Si pensi al sostanziale fallimento della Convenzione Internazionale sulla Protezione dei Diritti dei Lavoratori Migranti e dei membri delle loro Famiglie, adottata vent’anni fa dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ma ad oggi sottoscritta da quasi nessuno dei Paesi di destinazione dei flussi migratori, Italia compresa”.

“In questa che è stata definita l’era delle migrazioni – dice Barbara Ghiringhelli, sociologa esperta in migrazioni della FOCSIV e curatrice delle ricerche – è urgente e indispensabile che governanti, studiosi, società civile, migranti e autoctoni, si rendano conto che le conseguenze delle migrazioni si estendono ben al di là di coloro che ne sono protagonisti, avendo importanti ricadute sociali, culturali, economiche e politiche nei contesti di origine, di transito e di destinazione”.