Caso Ruby, la Camera approva: gli atti ritornano ai pm di Milano

ROMA – L’aula della Camera ha approvato ieri la proposta della Giunta delle autorizzazioni di rinviare alla procura di Milano gli atti relativi alla richiesta di perquisizione degli uffici della segreteria del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nell’ambito dell’inchiesta legata al caso Ruby. La proposta ha ottenuto 315 voti a favore, 298 no e un astenuto.


Soddisfatto Umberto Bossi: “I numeri sono buoni, per ora si va avanti”. Sale dunque a 315 la maggioranza con il sostanziale ingresso di Aurelio Misiti nelle file della coalizione che sostiene il governo. Misiti, che ha annunciato il suo addio al Movimento per le autonomie, ha infatti votato a favore del rinvio degli atti sulla perquisizione dello studio del contabile personale di Silvio Berlusconi.


Mini-giallo, invece, sul voto di Luca Barbareschi. L’esponente di Futuro e Libertà si è astenuto ma la sua intenzione, ha spiegato il collega del gruppo Fabio Granata, era quella di votare contro la richiesta della Giunta. Barbareschi, infatti, subito dopo la votazione ha fatto mettere a verbale il suo errore dai segretari di presidenza.


“Siamo alle tecniche di sopravvivenza” commenta a caldo Pier Luigi Bersani dopo il voto alla Camera. “Mentre si discuteva e si votava avevo un solo pensiero: l’umiliazione di un Paese che con quello che succede in Egitto vota su questo”. “E’ una vicenda veramente umiliante. E se si compra un voto in piu’ o in meno la sostanza non cambia”, conclude Bersani.


Nella discussione in aula ieri è intervenuto brevemente Federico Palomba (Idv), relatore di minoranza in Giunta. “Oggi – ha detto ironizzando – lo zio di Ruby, Mubarak, ha qualche problema… Il fatto che Berlusconi abbia spacciato la giovane marocchina per la nipote dello stesso Mubarak magari ha portato scalogna al presidente egiziano”. Poi, Palomba si è rivolto alla maggioranza, chiedendo di respingere la richiesta della Giunta di rinviare le carte ai giudici milanesi: “Per salvarlo dal processo, lo consegnate al ridicolo. Salvatelo dal ridicolo e consegnatelo al processo”.


Parlando del voto di ieri alla Camera, il ministro della Giustizia Angelino Alfano , aveva manifestato ottimismo: “Credo che la maggioranza sarà compatta, non in difesa di Berlusconi in quanto persona ma in difesa del diritto di un parlamentare relativamente a determinate prerogative”.
Anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta nella sua audizione al Copasir durata quasi due ore e mezzo, ha sostenuto che il premier non è ricattabile a seguito delle vicende emerse in relazione alla sua vita privata. A quanto si apprende il sottosegretario Letta, ha negato le preoccupazioni sollevate da alcuni membri del Comitato e ha spiegato che non vi sono state falle nel sistema di sicurezza attorno al premier.


Parlando dell’inchiesta il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati è tornato a ribadire: ‘’Siamo stati attenti ai soldi dei contribuenti’’. E ha precisato che i ‘bersagli’ sono stati una quarantina e che per le intercettazioni sono stati spesi in tutto 26mila euro. Per i magistrati milanesi impegnati nell’indagine sul caso Ruby sarà un fine settimana di riflessione. Gli inquirenti dovranno in questi giorni decidere se chiedere il giudizio immediato nei confronti del premier per entrambe le ipotesi di accusa formulate oppure se percorrere un doppio binario: procedere con la richiesta di immediato per la sola concussione e con la citazione diretta a giudizio per la prostituzione minorile così da evitare possibili ‘bocciature’ da parte del gip in futuro. Secondo quanto si apprende negli ambienti giudiziari solo lunedì i magistrati ‘tireranno le fila’ e scioglieranno la loro riserva sulle scelte processuali che intendono seguire.