Italiani ancora scettici ma per il 76% sono indispensabili

ROMA – Italiani scettici riguardo agli effetti dell’immigrazione sulla società ma anche pronti ad ammettere che senza gli immigrati molte attività non verrebbero svolte. E’ quanto emerge dal rapporto ‘’Transatlantic Trends: Immigration 2010’’ realizzato dal German Marshall Fund of the United States e dalla Compagnia di San Paolo e presentato ieri a Roma.


La ricerca ha esaminato l’opinione dei cittadini di Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Olanda e Spagna sul tema dell’immigrazione. Gli italiani restano i più scettici e se nel 2008 più del 50% affermava di ritenere eccessivo il numero di immigrati nel Paese e l’80% si diceva preoccupato dall’immigrazione clandestina, nel 2010 la percezione degli immigrati clandestini è ulteriormente peggiorata: nel 2009 solo il 34% degli italiani riteneva che gli immigrati regolari contribuissero all’aumento della criminalità, ma nel 2010 tale opinione viene espressa dalla netta maggioranza (56%), percentuale analoga a quella relativa agli italiani convinti che gli immigrati clandestini contribuiscano ad aumentare la criminalità (57%).


Se si considerano componenti specifiche della popolazione immigrata, tuttavia, in alcuni casi gli italiani si mostrano meno preoccupati rispetto ad altri Paesi. In particolare, l’opinione secondo la quale gli immigrati musulmani rappresentano una minaccia è meno diffusa in Italia che altrove: il 37% degli intervistati afferma infatti che gli immigrati musulmani sono ‘’bene o molto bene integrati’’ nella societa’ nazionale, rispetto al 25% dei tedeschi e al 21% degli spagnoli. Inoltre, appena il 22% degli intervistati (contro una media europea del 40%) ritiene che l’integrazione dei figli di immigrati musulmani sia ‘’molto poco soddisfacente’’. Un livello di preoccupazione altrettanto contenuto si ritrova anche nei confronti dell’integrazione dei figli di immigrati in generale: mentre in Francia e Germania buona parte degli intervistati ritiene che i cosiddetti ‘’immigrati di seconda generazione’’ siano ‘’poco’’ o ‘’molto poco’’ integrati (rispettivamente il 42% e il 44%), solo il 24% degli italiani condivide tale pessimismo.