Il sogno americano di James: da barbone al Super Bowl

NEW YORK – Un ex homeless protagonista al Superbowl. Dal dormitorio di San José, in California, al Cowboys Stadium di Dallas, Texas, dove domenica si assegnerà il titolo del football americano, una partita che negli Usa è l’evento sportivo e televisivo dell’anno.


E’ la favola a lieto fine, tipicamente americana, di James Jones, una delle stelle dei Packers di Green Bay, che tra due giorni si giocherà il tradizionale “anello” contro i Pittsburgh Steelers. Anche per lui, un po’ come accade in tante storie descritte da Hollywood, lo sport è stato la via giusta per fuggire dalla miseria e conquistare la felicità. James è un ragazzone di colore, ha 26 anni, alto 1,85 per un quintale di peso. Gioca da professionista da quattro anni. Ormai è un milionario e domenica disputa la sua prima finale, ma la sua vita non è stata sempre così felice. Tutt’altro.


Con un pizzico d’orgoglio lo ha raccontato lui stesso ai media americani, assetati di storie come questa: “Sono cresciuto in un dormitorio per senzatetto di San José, assieme a mia madre e a mia nonna paterna. Lì – ha aggiunto James – ho vissuto sino all’età di 14 anni. Poi sono andato al liceo e la mia vita è cambiata”. Già alla Gunderson High School, il giovane James si fa notare per la sua velocità e il suo talento. Eccelleva in tutto, dal basket all’atletica leggera. E anche nel football. E piano piano, anno dopo anno, cominciò ad avvicinarsi sempre di più alla palla ovale.


Man mano che il suo corpo cresceva, aumentava la sua passione per il football, dove mieteva record di ogni tipo. Forte dei suoi successi, è stato facile per lui vincere una borsa di studio al College locale, il San José State. Qui è diventato il migliore giocatore della sua generazione e nel 2007 il grande salto tra i professionisti, direttamente con i gloriosi ‘impacchettatori’ di Green Bay, una cittadina del Wisconsin, famosa per la passione con cui i suoi 60mila abitanti seguono, e soprattutto investono, sulla loro squadra.


In questi anni, James non li ha mai delusi. Sino a ora, che sono di nuovo a un passo dal titolo. Ma anche adesso, a un passo dalla gloria, James non ha dimenticato da dove viene, le difficoltà del suo passato: “Due settimane fa, dopo essermi guadagnato la possibilità di giocarmi il Superbowl – racconta felice – mi ha chiamato mia madre in lacrime. Mi ha ricordato di quando, all’età di cinque anni, le dissi che un giorno avrei giocato una finale”.


Ora quel sogno di bambino è diventato realtà. Ma questa gioia, ora James Jones la vorrebbe far vivere ad altri bambini con problemi simili ai suoi. Assieme alla moglie Tamika, ha costituito una fondazione che si occupa di aiutare i ragazzi poveri della contea di Green Bay. “So cosa si prova a vivere nella miseria. E ora che posso – racconta sorridente – sono veramente felice di poter dar loro una mano. Tutto questo mi rende migliore e mi aiuta a giocare meglio”.