Marchionne incontrerà premier e ministri. Sul tavolo gli investimenti in Italia

ROMA – L’ad di Fiat Sergio Marchionne incontrerà il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e i ministri Giulio Tremonti, Maurizio Sacconi e Paolo Romani. Lo si apprende da fonti di governo.
All’incontro, che sarà calendarizzato in relazione al rientro di Marchionne in Italia, parteciperà il sottosegretario Gianni Letta. Sul tavolo gli investimenti in Italia della società dopo gli accordi di Pomigliano e Mirafiori.


‘’Nessuno conosce ancora il piano industriale della Fiat e ora spetta solo al governo italiano chiedere conto all’amministratore delegato del Lingotto” dice Vincenzo Scudiere, segretario confederale della Cgil, con delega alle politiche industriali.


“Il governo convochi Marchionne e si discuta finalmente del piano industriale della Fiat” ha detto il segretario della Cgil, Susanna Camusso, commentando leparole dell’ad del Lingotto secondo cui Fiat potrebbe fondersicon Crysler e trasferirsi in Usa.
“Mi pare che le dichiarazionidi Marchionne – ha detto Camusso a margine della manifestazione di Milano – confermino tutte le perplessita che avevamo: non possiamo che continuare a chiedere che il governo faccia una volta tanto il proprio mestiere”.


Mentre Giovanni Centrella, segretario generale dell’Ugl, chiede che “dopo il presidente del Consiglio, Marchionne incontri anche i sindacati insieme a tutto il governo per chiarire definitivamente il futuro del Gruppo Fiat nel nostro Paese e i dettagli del progetto Fabbrica Italia”.
“Al governo – conclude Centrella – chiediamo di mettere in campo tutte le misure necessarie a far sì che non solo Fiat, ma anche altre aziende, siano meno ‘tentate’ di spostare il loro centro di interessi fuori dai confini del nostro Paese”.


Ieri il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, dopo una telefonata con il presidente della Fiat, John Elkann ha detto: “Elkann mi ha spiegato che la strategia della Fiat prevede l’integrazione con Chrysler e che ci saranno più centri direzionali nelle aree dove c’è una forte presenza di mercato: una a Torino per l’Europa, una Detroit per gli Usa, una in Brasile e se possibile una in Asia’’.


Dal canto suo il segretario della Cisl Raffaele Bonanni così risponde al Tg3 a chi gli chiede cosa pensi dell’ipotesi che la Fiat sposti la sua direzione in America ma invita la stampa e la politica a non alimentare polemiche: “La Fiat sei anni fa era morta, oggi si è ripresa, è diventata una multinazionale ed è chiaro che avrà la testa un pò in Europa e un pò in Usa”. Così: “Le questioni vanno chiarite e noi lo chiederemo ma spero non sia l’ennesimo pallone gonfiato mediatico che ci ha accompagnato sulla vicenda Fiat perchè questo crea ancora più difficoltà”.


“Noi vogliamo chiarezza – ribadisce Bonanni – e che a Torino rimangano le stesse funzioni vitali di ieri, intanto la cosa certa è che tra un mese saranno assunte 4700 persone a Pomigliano e a giungo altre 5mila a Torino. Le funzioni devono restare in Italia ma spero che per taluni la Fiat non sia come municipalizzata su cui discutono 4 amici al bar della politica”. “È chiaro che le multinazionali hanno centri diversi” però “tutti devono collaborare perchè si distendano gli animi”. Infine sull’intervento del governo Bonanni ammette: “Il governo centrale deve darsi un piano vero ma anche le regioni e i comuni devono partecipare”.