La Procura chiederà oggi il rito immediato per concussione e prostituzione minorile

MILANO – La riserva è stata sciolta. La Procura di Milano oggi, come è stato annunciato, chiederà il processo con rito immediato nei confronti di Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile e non, come era stato dato quasi per certo nei giorni scorsi, solo per il primo reato contestato. Un atto, questo, che per la difesa del Presidente del Consiglio ”viola la Costituzione”, in quanto, come è sempre stato sostenuto, il titolare delle indagini è il Tribunale dei Ministri.

Dopo l’ultima riunione di ieri pomeriggio il Procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati, i suoi aggiunti Ilda Boccassini e Pietro Forno e il pm Antonio Sangermano hanno messo un punto fermo e hanno deciso come procedere nell’inchiesta sui presunti festini a luci rosse ad Arcore che vede tra le protagoniste Ruby, la giovane marocchina diciottenne dallo scorso primo novembre e per ora unica ‘parte offesa’.

I pm, ”in vista delle ulteriori determinazioni relative all’esercizio dell’azione penale”, recita una nota tecnica di Bruti Liberati, hanno creato un fascicolo autonomo per il capo del Governo dopo aver stralciato la sua posizione dall’inchiesta principale nella quale sono indagati, ma per induzione e sfruttamento della prostituzione di ragazze maggiorenni e di Ruby, il consigliere regionale Nicole Minetti, l’agente dei vip Lele Mora, il direttore del TG4 Emilio Fede e almeno altre tre persone.

Il fatto che nel nuovo e ”autonomo fascicolo processuale”, il numero 5657/2011, siano ipotizzati a carico del premier entrambi i reati, fa concludere che al gip Cristina Di Censo verrà inoltrata una richiesta di processo immediato, cioè saltando l’udienza preliminare, senza separare i due reati che sono in stretta connessione e senza modificare il capo di imputazione relativo alla prostituzione minorile che al momento vedrà come parte lesa solo la giovane Ruby e non, come era stato ipotizzato, anche Irisi Berardi, un’altra ex minorenne su cui sono in corso accertamenti. Secondo l’accusa, infatti, Berlusconi, la notte tra il 27 e il 28 maggio scorsi, avrebbe esercitato pressioni sui funzionari della Questura per ottenere l’affidamento di Ruby alla Minetti con lo scopo di occultare i suoi presunti rapporti con la ragazza marocchina e per ”assicurarsi” l’impunità, oltre che tentare di non far venire a galla ”altri fatti”, per i quali non è indagato, ma ”suscettibili di arrecare nocumento alla sua immagine di uomo pubblico”.

Gli inquirenti, sul controverso ‘nodo’ giuridico della separazione o meno dei reati, si sono confrontati a lungo: tra i due orientamenti fino a ieri sembrava prevalere quello di scindere il reato di prostituzione minorile dalla concussione e procedere con la citazione diretta a giudizio per il primo (dopo la chiusura delle indagini) e con il rito immediato per il secondo. Tutto ciò in previsione di una riunificazione dei procedimenti in sede di dibattimento. Ora, se i pm volessero di nuovo cambiare idea e scegliere questa strada, dovrebbero separare reati e il procedimento in due ‘tronconi’. Ipotesi che per gli addetti ai lavori, e vista la nota ufficiale di ieri, è davvero poco probabile.

Altra ipotesi circolata negli ambienti giudiziari è la possibilità – anche questa poco probabile – di una ‘ordinaria’ chiusura delle indagini per poi chiedere al gup il processo per la concussione e disporre direttamente il giudizio per la prostituzione minorile. Dunque oggi, in mattinata, il fascicolo dell’inchiesta e la richiesta di giudizio immediato per il Capo del Governo, salvo ancora colpi di scena, dovrebbero finire sul tavolo del giudice per le indagini preliminari Cristina Di Censo che entro cinque giorni – il termine non è perentorio – dovrà decidere su questo capitolo della vicenda giudiziaria di Berlusconi. Vicenda per cui a Milano il prossimo 11 marzo riprenderà davanti ai giudici della decima sezione penale anche il processo ‘Mills’ in cui è imputato di corruzione in atti giudiziari, mentre sono già stati fissati per il 28 febbraio e il 5 marzo la ripresa del dibattimento Mediaset e l’udienza preliminare Mediatrade.