Rubygate: chiesto il rito immediato per Silvio Berlusconi

MILANO – La Procura di Milano ha chiesto il giudizio immediato per Silvio Berlusconi. Il presidente del Consiglio risulta indagato dal 21 dicembre scorso nell’ambito dell’inchiesta sul ‘caso Ruby’. A decidere sulla richiesta sarà il gip Cristina Di Censo. Da ambienti giudiziari si apprende che la decisione non arriverà prima di lunedì prossimo. Secondo qualche interlocutore, le carte della richiesta della Procura sarebbero tenute ‘al sicuro’ in una cassaforte al settimo piano.


Nel comunicato emesso ieri nella tarda mattinata dal procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati si legge:
«La Procura della Repubblica di Milano ha trasmesso all’ufficio Gip la richiesta di giudizio immediato (nei confronti di Silvio Berlusconi) ritenendo sussistere l’evidenza della prova»
La richiesta riguarda entrambi i reati contestati, la concussione e la prostituzione minorile anche se quest’ultimo prevede la citazione diretta a giudizio.


«A seguito di attenta ricognizione dei problemi di diritto e di scrupolosa analisi dei precedenti – scrive ancora Bruti Liberati – questo ufficio ha ritenuto di non doversi discostare dalla linea costantemente seguita a Milano come in altri uffici giudiziari in tema di richiesta di giudizio immediato anche per reati connessi, essendo pienamente assicurate le garanzie di difesa».


I reati contestati al premier Q»non sono ministeriali quindi di competenza del Tribunale dei ministri», spiega Bruti Liberati. La concussione contestata a Berlusconi nella notte tra il 27 e 28 maggio del 2010, quando intervenne in questura a Milano per far rilasciare Ruby, «è un reato commesso con abuso della qualità di primo ministro e non nell’esercizio delle funzioni ministeriali. Il presidente del Consiglio – spiega ancora – non ha un potere specifico diretto a una forza di polizia e poi il suo intervento, per le modalità con cui è stato effettuato, comporta appunto l’abuso di qualità».


La richiesta di rito immediato per Berlusconi avanzata dai magistrati milanesi al gip è formata da 782 pagine comprese le 616 pagine di cui erano formati gli inviti a comparire notificati al premier e a Nicole Minetti. Bruti Liberati ha spiegato che, da oggi, il gip ha cinque giorni di tempo per decidere.
– Ma questo termine – ha sottolineato – è solo ordinatorio, il che vuol dire che il giudice può metterci più tempo prima di arrivare a una decisione.


In riferimento poi alle «notizie di stampa in ordine ad indagine pendente prezzo la Procura di Napoli si comunica che non vi è stata alcuna trasmissione di documenti tra i due uffici, non vi è stata e non è prevista alcuna attività di indagine comune».


Nel corso delle indagini sono state intercettate quattro o cinque telefonate di Silvio Berlusconi, telefonate che però, precisa il procuratore capo di Milano «non sono state utilizzate perché sono irrilevanti». Per questo, aggiunge Bruti Liberati, «non chiederemo nemmeno alla Giunta della Camera l’autorizzazione al loro utilizzo».
– Anche il fascicolo principale relativo al caso Ruby, che vede indagati Lele Mora, Emilio Fede, Nicole Minetti e altre due persone è vicino alla chiusura – precisa il procuratore.
Inoltre, Karima alias Ruby, parte offesa nel procedimento a carico del premier, risulta indagata dalla Procura dei Minori per false generalità. La contestazione fa riferimento a quanto dichiarato dalla giovane marocchina il primo maggio dello scorso anno dopo essere stata fermata in seguito a uno scippo.

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Giudizio immediato, cosa prevede il Codice


ROMA – Il giudizio immediato richiesto dalla Procura di Milano nei confronti del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi consiste in un procedimento speciale, previsto dall’articolo 453 del codice di procedura penale, che si fonda sull’ ‘’evidenza della prova’’. Rispetto a tale evidenza di colpevolezza la legge ritiene ragionevole saltare l’udienza preliminare.


— Prove evidente non solo per i Pm, anche per il Gip — Non basta, tuttavia, che la prova appaia evidente al pubblico ministero perchè si possa passare direttamente dall’indagine preliminare al giudizio. La prova deve apparire tale anche al giudice, al quale il pubblico ministero deve rivolgersi per ottenere la citazione a giudizio immediato.


— Le condizioni necessarie — La soppressione dell’udienza preliminare priva, di fatto, la difesa di un’occasione per contrastare il cammino dell’accusa verso il dibattimento. Ecco perchè il giudizio immediato non può essere disposto se non dopo che la persona sottoposta alle indagini sia stata interrogata o abbia ricevuto l’invito a comparire con l’indicazione dei reati e dei fatti dai quali emerge l’evidenza della prova. La legge, inoltre, condiziona l’ammissibilità della richiesta del pubblico ministero all’osservanza di un limite temporale, 90 giorni, dalla registrazione delle notizia di reato.


— Fascicolo dal Pm al Gip — Svolte le indagini, il pubblico ministero formula l’imputazione e invia la richiesta di giudizio immediato al gip. La richiesta del pm fa scattare l’obbligo del giudice di pronunciarsi sull’ammissibilità del rito speciale: questione che va risolta entro il termine (non perentorio, ma indicativo) di cinque giorni da quella richiesta.


— La decisione del Gip, sempre non motivata — Se la prova non appare evidente o se manca una delle altre condizioni previste dalla legge (interrogatorio della persona indagata, salvo assenza o rinuncia; contestazione del fatto nell’invito a comparire; osservanza del termine di 90 giorni dall’iscrizione nel registro degli indagati), il giudice rigetta la richiesta ‘’con decreto non motivato’’. In tal caso, gli atti ritornano al pubblico ministero, il quale eserciterà l’azione penale secondo il percorso ordinario. Se, invece, il gip accoglie la richiesta di giudizio immediato, il decreto sarà ugualmente privo di motivazione, per non influenzare in alcun modo il giudice del dibattimento. L’assenza di motivazione rende insindacabili i provvedimenti del gip.
— Se il Gip dice ‘sì’ — Il decreto che accoglie la richiesta del pubblico ministero introduce al giudizio immediato: l’imputato, a quel punto, può chiedere, entro 15 giorni dalla notifica del decreto, il giudizio abbreviato o il patteggiamento. In assenza di queste richieste e formato il fascicolo del dibattimento, la procedura riprende il percorso ordinario.

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Le opzioni del Gip


ROMA – Dopo la richiesta dei pm di Milano di disporre il giudizio immediato del premier Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile, sono tre le possibili opzioni per il gip Cristina Di Censo:
1) Il Giudice dice ‘sì’ alla richiesta — Se il gip concorderà con i pm sull’evidenza della prova, disporrà con decreto non motivato il giudizio immediato nei confronti del premier. Silvio Berlusconi, nei 15 giorni successivi alla data di notifica del decreto, potrà chiedere il giudizio abbreviato o il patteggiamento. Se non lo farà, il processo seguirà la procedura ordinaria.


2) Il Giudice dice ‘no’ alla richiesta — Se, a differenza dei pm, il gip non ravviserà l’evidenza della prova, respingerà con decreto non motivato la richiesta della Procura. L’inchiesta proseguirà con procedura ordinaria e il procedimento potrà essere riunito a quello contro Lele Mora, Emilio Fede e Nicolle Minetti, dal quale è stato stralciato.


3) Il Giudice dichiara la propria incompetenza — Se il giudice matura il convincimento che la competenza funzionale per le indagini preliminare era del Tribunale dei ministri o di un altro giudice, dichiarerà con sentenza la propria incompetenza e ordinerà la trasmissione degli atti “al pubblico ministero presso il giudice competente” (la stessa procura di Milano, nel caso il gip ritenesse competente il tribunale dei ministri milanesi). La norma al riguardo è l’articolo 22 (terzo comma) del codice di procedura penale, che dice: “Dopo la chiusura delle indagini preliminari, il giudice, se riconosce la propria incompetenza per qualsiasi causa, la dichiara con sentenza e ordina la trasmissione degli atti al pubblico ministero presso il giudice competente”.