Le donne d’Italia: «Ora non si torna indietro»

ROMA – Ballano sul palco, un filo di commozione che traspare negli sguardi, felici, un sorriso gigantesco impresso sulla faccia soddisfatte Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, l’attrice Lunetta Savino, la docente universitaria Francesca Izzo, l’attrice Isabella Ragonese, le registe Francesca e Cristina Comencini, suor Eugenia Bonetti, l’attrice Angela Finocchiaro, la ginecologa congolese Suzanne Diku, la femminista storica Alessandra Bocchetti e molte altre. C’e’ il tramonto a Piazza del popolo e davanti a loro una sterminata distesa di persone ad applaudire quel piccolo gruppo di donne che le ha portate in piazza, Se non ora quando?, sull’onda dell’indignazione per il Rubygate.
Appena un mese fa, quando dalla procura di Milano il premier Berlusconi è stato indagato per concussione e prostituzione minorile, sei di loro erano nel bel mezzo di una riunione, dell’associazione nata nel 2010 per costruire una rete di donne, intitolata Di Nuovo. Francesca Izzo, la ‘stratega’ del gruppo si lascia sfuggire: ‘’ho un sogno, scendere in piazza e protestare’’, il sì convinto delle ‘’avventuriste’’ dell’associazione, come Licia Conte, la ‘cattolica’ del gruppo, chiama le sorelle Comencini, e di Susanna Camusso, ha fatto partire il progetto. A rafforzarlo il 21 gennaio la lettera di Giulia Bongiorno, presidente della commissione giustizia della Camera, che al presidente Napolitano ha scritto ‘’Noi donne calpestate non possiamo tacere’’.
– Da qui non si torna indietro – ha urlato dal palco coperta dagli applausi la Izzo -. Il prossimo appuntamento è per l’8 marzo, e poi insieme ci impegneremo per costruire gli stati generali delle donne italiane, aperti anche agli uomini, per continuare a far sentire forte e autoritaria la nostra voce. Niente – urla – sarà più come prima se staremo insieme come oggi.
Quell’oggi è fatto di un milione di persone scese in piazza a Roma, Palermo, Torino, Bologna ma anche Parigi, Londra e in altre città per ‘’rimettere al centro la dignita’ della donna’’, come ha detto la missionaria Suor Angela Bonetti che nella Caritas di Torino vive la realtà delle nuove schiave, ‘’per noi e per loro dobbiamo dire basta a questo indegno mercato del mondo femminile’’.
Uscire dall’ombra, dire basta è stata la forza che ha unito chi era sul palco e chi in piazza. Il progetto di una lobby, trasversale, apartitica, potente che dia concretezza a quella che la Izzo chiama la ‘’più radicale delle riforme’’, quella con la parità e la dignità della donna finalmente attuata ‘’visto che il potere, nella quasi totalità composto da uomini, oggi per arretratezza culturale la impedisce’’.
– Sono una bambina, non ho fatto il femminismo, sono una precaria, sono una madre, sono una commessa, un’impiegata e oggi mi dimetto da tutto. Oggi 13 febbraio scendo in piazza – ha detto la non ancora trentenne Isabella Ragonese aprendo la manifestazione.
– Abbiamo voglia di cambiare, di comunicare la nostra forza – si è infervorata dietro l’attrice Lunetta Savino, una dei volti noti di Di Nuovo, che per Se non ora quando? ha rivendicato la definizione di ‘’una manifestazione politica, perchè tutto è politica, la vita è politica e questo termine riconsiderato nel senso più alto e più nobile non è certo una parolaccia’.
Dietro il palco ci sono tra le altre Silvia Costa, Giulia Bongiorno, Rosy Bindi, Patrizia Cavalli, Sabrina Impacciatore, Serena Dandini. Tutte scatenate, con studentesse, precarie, in un liberatorio ‘People have the power’ sulle note di Patti Smith. E’ tutto un’abbracciarsi:
– Questa piazza emoziona, non può lasciare indifferenti, è un successo, abbiamo conquistato spazi impensabili fino a qualche giorno fa per parlare di una cosa così centrale nella vita di tutti, la dignità delle donne in Italia. Siamo agli ultimi posti in Europa per precariato, parità, lavoro e diritti e tra i primi come vittime di violenza. Da oggi bisogna rimettere al centro il tema della donna.

LA PROTESTA

Da Palermo a Tokio i numeri delle piazze

ROMA – Gran pienone in piazza del Popolo a Roma. La piazza romana si è riempita già prima che scoccassero le 14, orario ufficiale del raduno. Tutto esaurito anche sulle terrazze del Pincio che si affacciano sulla piazza e nelle strade adiacenti.

MILANO – «Almeno 100mila» secondo gli organizzatori i partecipanti alla manifestazione. Incredibile il colpo d’occhio: piazza Castello è letteralmente invasa da donne, ma anche tanti uomini che con cartelli e striscioni inneggiano alle dimissioni del premier. Come simbolo della manifestazione è stata scelta una sciarpa bianca: «un segno di lutto per i tempi che corrono».

In prima fila oltre a un pupazzo che raffigura Berlusconi chiuso in gabbia anche uno striscione sull’ex moglie Lario: ‘Veronica è libera… ora tocca a noi’. Più volte dalla piazza si sono alzati grida ‘Vergogna’ e ‘Dimettiti’. Diversi i personaggi che hanno preso la parola: dal Premio Nobel Dario Fo, alla moglie Franca Rame, da Claudia Mori a Gad Lerner.

PALERMO – Nel capoluogo siciliano migliaia di donne, giovani e meno giovani, ma anche qualche uomo e tanti bambini, hanno partecipato alla manifestazione.

TORINO – Oltre 200 mila persone hanno gremito piazza Vittorio Veneto a Torino in nome della dignità delle donne. Partiti da piazza San Carlo, i manifestanti hanno attraversato le strade del centro con ombrelli colorati e reti di gomitoli.
– Diciamo un grazie particolare anche agli uomini – commenta una delle organizzatrici del corteo torinese – che sono tantissimi insieme a noi oggi.

TRIESTE – Migliaia di persone al grido ‘dimissioni’ hanno partecipato a Trieste alla manifestazione organizzata per la dignità delle donne. Donne di tutte le età, ma anche molti uomini, con cartelli, striscioni, tamburi, fischietti e coperchi di pentole hanno protestato per il degrado di cui è sempre più oggetto il corpo femminile. ‘Donne sull’orlo di una crisi di disgusto’, ‘Altro che Italia, Rubytalia’ sono alcune frasi che svettano sugli striscioni. Un professore in pensione ha inalberato un bastone con tre mutande: una bianca, una rossa e una verde, per un’Italia unita e perbene.

BARI – Diecimila partecipanti per gli organizzatori, tremila secondo la Questura hanno preso parte in piazza Libertà alla manifestazione per la dignità delle donne. Un corteo alla fine ha raggiunto piazza del Ferrarese dove simbolicamente le donne si sono staccate di dosso delle etichette con i prezzi. ‘’Né coccodè, né co.copro.’’, questo uno dei cartelli esposti. C’erano anche molti uomini, famiglie e ragazzi.

CATANIA – Un migliaio di donne hanno partecipato alla manifestazione ‘Se non ora quando?’.
– Sono orgogliosa di questa risposta – ha commentato da Roma Anna Finocchiaro (presidente dei senatori del Pd) e, voglio sottolinearlo, sono orgogliosa della mia città, Catania, ha risposto con grandissima partecipazione a una manifestazione per la dignità dell’Italia, della democrazia, della legalità e, in primo luogo, della persona.

DONNE IN PIAZZA ANCHE IN GIAPPONE. A Tokyo, un gruppo di manifestanti ha protestato davanti all’Istituto di cultura italiano, nell’ambito della mobilitazione.
– Basta con i qualunquismi – ha detto in un’intervista Beatrice Lombardi, del comitato ‘Se non ora quando’ – è necessario dare una svolta.
Tra gli slogan più gettonati ‘bunka sì (cultura, in giapponese), bunga bunga no’.