Comites di Santo Domingo, un esempio di integrazione

CARACAS – “L’obiettivo per il 2011 è costruire un’identità forte della collettività per avere un maggior peso politico nell’isola”. Così dice il presidente del Comites di Santo Domingo Ermanno Filosa in collegamento telefonico con la ‘Voce’.

“L’Ambasciatore d’Italia Olivieri – afferma – ha convocato associazioni e imprese invitando tutte le componenti della comunità a unirsi e fare gioco di squadra e anche noi, come Comites, stiamo lavorando in quest’ottica”.

Fra le altre iniziative previste per il 2011, Filosa ricorda che terrà un ciclo di conferenze all’Università di Santo Domingo gratuitamente su degli argomenti di diritto privato e costituzionale per dare lustro all’italianità. Il Comites inoltre, insieme all’Ambasciata, organizzerà la celebrazione della Giornata dell’Emigrante nello stesso giorno del festaggiamento dei 150 anni dell’Unità d’Italia e porterà avanti una politica di promozione del made in Italy creando un marchio del Comites che, apposto sui ristoranti, garantisca l’italianità dei prodotti usati e della gastronomia.

“L’anno scorso – spiega – abbiamo organizzato varie attività culturali – poi enumera -: il Comites ha incontrato vari operatori economici per discutere dello stato dell’economia nell’isola caraibica e ha promosso delle conferenze all’Università di Santo Domingo sulla storia italiana con l’obiettivo di risvegliare la curiosità dei giovani dominicani per il nostro paese e per favorire l’integrazione fra la cultura caraibica e quella del Belpaese”.

Inoltre il Comites ha cercato di aiutare i detenuti italiani nell’isola denunciando le condizioni inumane delle carceri e interloquendo direttamente con le autorità locali per garantire un trattamento più rispettoso dei loro diritti.

Filosa è orgoglioso del contributo dato per modernizzare i servizi consolari: “Abbiamo protestato contro i ritardi e abbiamo fatto delle proposte per migliorare il funzionamento della struttura, poi concretizzate. Prima la sede consolare riceveva ben 120 mail di lamentele al mese e adesso solo 4: un salto rilevante in efficienza”, sottolinea. Tenendo in considerazione che in Venezuela sono iscritti all’Aire più di 100 mila italiani, i residenti nella Repubblica dominicana sono, invece, solo 9 mila, in tutta l’area dei Caraibi 20 mila e ogni anno giungono dal Belpaese sull’isola ben 120 mila turisti. Perciò si può ben capire che il Consolato di Santo Domingo lavorando con 7 sportelli è riuscito a non generare degli arretrati nelle richieste del passaporto.

“Gli italiani hanno dato un grande contributo allo sviluppo e all’economia dell’isola – afferma Filosa -. A riprova del grado di integrazione con i dominicani, oltre a numerosi sindaci, ministri e amministratori di grandi imprese, perfino un presidente della Repubblica è stato di origine italiana”.

Secondo il presidente del Comites, nella circoscrizione di sua competenza, le carenze nell’assistenza sanitaria pubblica non sono un problema per gli italiani, poiché la maggior parte di quelli residenti hanno la possibilità di pagare un’assicurazione privata e quindi non fanno appello al Consolato: una situazione quindi molto diversa da quella del Venezuela e dell’Argentina.

Le funzioni del Comitato per gli italiani all’estero


Ermanno Filosa ha scritto e pubblicato sulla pagina web del Comites (www.comitessantodomingo.org) una lettera agli italiani che vivono nella Repubblica Dominicana spiegando il ruolo dell’organismo che deve rappresentare gli interessi dei connazionali all’estero.

“È un gruppo apartitico, anche se alcuni componenti hanno sempre manifestato il loro preciso orientamento politico, democraticamente eletto con lo scopo di identificare e proteggere gli interessi e i bisogni degli Italiani residenti nell’area della circoscrizione consolare della Repubblica Dominicana, Haiti e Giamaica.
Ho affermato con convinzione, fin dallo inizio della mia elezione: ‘In Repubblica Dominicana esistono gli italiani, adesso dobbiamo costruire la Comunità Italiana’.

Il programma del Comitato per gli Italiani all’Estero è il vostro programma, perché il Comites non è né una associazione né un gruppo politico, e si propone di soddisfare le richieste di appoggio ai Vostri progetti, siano essi culturali, sociali, educativi o d’altro genere. Non esitate a comunicarci le vostre idee. Parlandone insieme possiamo anche rendere più chiara ed efficace la nostra funzione. Le nostre riunioni sono pubbliche e vi esortiamo fin d’ora a parteciparvi; terminati i lavori, potrete prendere la parola e colloquiare con i consiglieri del Comites presenti in aula di riunione. Data, orario e luogo delle riunioni saranno resi noti con anticipo attraverso i media locali”.

Barbara Meo Evoli