Alfano: «In gioco la sovranità del Parlamento». Bersani: «Elezioni anticipate»

ROMA – Dopo la decisione del gip di Milano, Cristina di Censo sul processo a Silvio Berlusconi, l’opposizione chiede le dimissioni del premier, il Pdl punta il dito contro i giudici di Milano mentre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano torna a esprimere preoccupazione.


Quelli di oggi sono «tempi comunque difficili, nel tanto frastuono e fra i tanti motivi di ansietà che viviamo» sottolinea il capo dello Stato con un chiaro anche se implicito riferimento ai temi di stretta attualità politica.
A difendere il premier interviene con forza il ministro della Giustizia Angelino Alfano che accusa il giudice di Milano di non aver tenuto conto del voto della Camera. E questo, sottolinea «è un tema che attiene l’autonomia, la sovranità e l’indipendenza del Parlamento».
– Ampiamente acclarata -prosegue- è l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, non è certo il governo ad intervenire per tutelare l’autonomia e l’indipendenza del Parlamento.


Il Guardasigilli respinge le ipotesi di dimissioni di Berlusconi.
– E la presunzione di innocenza? – sottolinea – Allora tutti gli indagati sono colpevoli? Tutti devono fare un passo indietro?


Il Pdl fa quadrato attorno al premier ed è pronto a mobilitarsi, ma almeno per ora esclude l’ipotesi di scendere in piazza. Il partito si divide sull’opportunità politica di ‘scendere in campo’ o meno. In molti temono l’effetto boomerang. Spetterà al Cavaliere fare la scelta e tutti attendono un suo segnale.


Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, spiega:
– Manifestazioni di piazza? Questa è un’altra materia sulla quale rifletteremo successivamente, perchè non vogliamo dare nessuna immagine di essere asserragliati nel palazzo e di non mantenere un grande rapporto con le masse popolari che hanno votato per Berlusconi. E’ una decisione, quella del gip di Milano, che ci aspettavamo nel quadro di una strumentale accelerazione del processo – assicura Cicchitto. Maurizio Paniz, deputato Pdl e componente della Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio, non vede di buon occhio l’idea di scendere in piazza:
– Noi ci misuriamo sui fatti concreti – afferma -, non vedo ora l’opportunità di fare una manifestazione.
– Il governo va avanti, resistendo a questi tentativi di manomettere l’equilibrio politico del Paese – aggiunge Cicchitto -. Il governo, dal punto di vista politico, porterà avanti la sua azione non facendosi distogliere da questo tentativo di modificare il quadro politico attuale.

Il ministro per l’Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi chiede l’intervento di Napolitano. – Mai nella storia d’Italia vi è stato un uso della giustizia così finalizzato alla lotta politica – sostiene -. E’ inevitabile. Non tiro per la giacca il Capo dello Stato, ma solo lui che ha combattuto il fascismo può fiutare l’aria che tira.

L’attacco alla procura di Milano unisce tutti gli esponenti della maggioranza. Per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, «Berlusconi è soltanto l’ultima vittima di un sistema malato che tenta di criminalizzare chiunque pro tempore si pone a capo dei moderati che non vogliono essere subalterni alla sinistra». Per il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo «il giudizio immediato disposto dal Gip nel processo farsa contro Silvio Berlusconi conferma che la via giudiziaria in Italia e la ‘continuazione della politica con altri mezzi’».


Sulla stessa linea il vicepresidente Pdl della Camera, Maurizio Lupi secondo cui «c’è una procura italiana che, attraverso una indagine risibile, sta cercando di ribaltare l’ordine democratico. L’offensiva lanciata dai magistrati nei confronti del premier non ha precedenti in Italia e nel mondo».


Per il presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni nei confronti di Berlusconi «non esiste alcuna ipotesi accusatoria».
– E’ successo quello che la difesa si aspettava -ha commentato- e sull’ipotesi di reato della prostituzione minorile la presunta vittima ha sempre negato e credo che tutto si rivelerà una bolla di sapone. La vittima non c’è e non c’è neanche chi avrebbe potuto colpirla.


Per quanto riguarda «l’altro reato imputato a Berlusconi -ha proseguito – si tratta di un conflitto con un ministero ed è la tipica ipotesi di reato di competenza del Tribunale dei Ministri. In ogni caso mi sembra tutta una grande costruzione mediatica con poca sostanza».
Francesco Storace, segretario nazionale della Destra, attacca la procura di Milano:
– Ormai siamo alla barbarie giudiziaria. I criminali stanno in libertà, ma Milano indaga sulle lenzuola.
Secondo il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, «iI pericolo che i Padri Costituenti della Repubblica avevano immaginato, inserendo l’immunità parlamentare nella Costituzione, è oggi quanto mai reale. E’ in corso un vero e proprio attacco alla sovranità popolare e ad un’istituzione dello Stato».


Dall’opposizione è unanime la richiesta di dimissioni del premier. Il primo a intervenire è il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini che esorta Berlusconi «a difendersi davanti ai giudici come tutte le persone che non hanno nulla da nascondere risparmiando al Paese la figura davanti al mondo di un presidente del Consiglio processato per prostituzione minorile».


Poco dopo interviene il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani che annuncia l’intenzione di chiedere le elezioni anticipate. Quanto al Ruby-gate, aggiunge, «chiederemo le dimissioni di Berlusconi».
– La situazione – sostiene – è insostenibile, come dico da tempo. La magistratura deve fare il suo mestiere. Noi non ci occupiamo di reati, non ci occupiamo di peccati, ma dell’Italia e non vogliamo che l’Italia vada allo sbando.


Una replica – indiretta – alle parole di Alfano, giunge invece da Massimo D’Alema secondo cui la votazione con la quale la Camera ha negato l’autorizzazione alla perquisizione domiciliare nei confronti del presidente del Consiglio «è il punto più basso della storia del Parlamento italiano».
– Berlusconi è un formidabile combattente e cerca di resistere – sottolinea il presidente del Copasir in un’intervista ad ‘Oggi’ rilasciata durante il Forum sociale mondiale che si è tenuto a Dakar -. Sono quelli che gli danno retta a lasciarmi senza fiato. Parlo dei 315 deputati della Repubblica che hanno votato un documento in cui c’è scritto che il premier, nella sua veste di capo del governo, è intervenuto per evitare un incidente diplomatico perchè la nipote di Mubarak era ostaggio della Questura di Milano. Quella votazione è il punto piu’ basso della storia del Parlamento italiano. Quei 315 mi fanno paura perchè hanno perso il rispetto di sé. Tra l’altro, rendono un pessimo servizio a Berlusconi: lo fanno passare per un credulone oltre ogni limite. Berlusconi è il passato. Un passato che non vuole uscire di scena, ma pur sempre un passato. E’ un uomo con la morale sotto i tacchi. Continua a fare promesse ma dovrebbe fare bilanci. Da imprenditore ha inflitto al Paese tre piaghe: la crescita zero, l’aumento delle tasse, l’impennata della spesa pubblica. Quanto all’immagine… ‘Time’ ha messo ‘bunga bunga’ tra le dieci parole dell’anno.


Felice Belisario, capogruppo dell’Italia dei Valori in Senato, afferma:
– Ora che Berlusconi è ufficialmente imputato, tolga l’incomodo e si rimetta al giudizio del Tribunale. E’ un suo dovere nei confronti delle istituzioni e del paese. E’ fuori dal mondo che un presidente del Consiglio imputato per prostituzione e concussione non decida di dimettersi. Se è scontato che i peones berlusconiani si straccino le vesti, la Lega non si renda corresponsabile del tentativo di agire fuori da ogni attribuzione legittima e tolga l’appoggio al Cavaliere.


Per Belisario, «mentre le parti lese sono una ragazza minorenne all’epoca dei fatti e il ministero dell’Interno, egli pensa di far causa allo Stato dopo averlo fatto oggetto dei suoi abusi e soprusi. Berlusconi dovrebbe smetterla di danneggiare l’Italia: lasci Palazzo Chigi e sieda sul banco degli imputati».
Per il il segretario generale della Cgil Susanna Camusso in un paese normale in questa situazione il presidente Consiglio si dimetterebbe.


Non si schiera invece il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa secondo cui però questa vicenda deve essere chiarita al più presto, nell’interesse delle istituzioni italiane.