«Il premier faccia un passo indietro»

ROMA – Il giorno dopo la decisione del gip di Milano sul giudizio immediato contro il premier per il caso-Ruby, Berlusconi si dice tranquillo ma l’opposizione cerca una strategia per mettere in difficoltà il governo.
– Il premier è l’unico al mondo a non preoccuparsi – afferma il segretario del Pd, Pierluigi Bersani -. A chi ha la pazienza e la possibilità di dare un’occhiata ai giornali internazionali, da Taiwan all’America Latina, dagli Stati Uniti all’Europa, apparirà chiaro che l’Italia è una situazione drammatica dal punto di vista dell’immagine. Credo che sia da irresponsabili non prendere atto della situazione. Su questo punto che non è di peccato né di reato -ha continuato Bersani- ma è un punto che riguarda unicamente l’Italia. Ci sia un po’ più di coraggio da parte delle classi dirigenti. Tutto il mondo sta chiedendo un passo indietro a Berlusconi, solo in Italia c’è tanta gente che continua a tacere. Non si tratta ora di prendere il posto dei giudici, ma di prendersi le responsabilità. Non possiamo andara avanti settimane e mesi così, ci sono problemi enormi, un disastro nell’immagine internazionale. Penso quindi dovrebbe esserci un coro di voci -ha concluso Bersani- che dicessero ‘fai un passo indietro’ non può essere solo l’opposizione a farlo.


Il Partito democratico, in una nota, annuncia l’invio alle famiglie italiane di «oltre quattro milioni di moduli per raccogliere le firme per le dimissioni di Silvio Berlusconi, accompagnati da una lettera del segretario Bersani.
«L’obiettivo – si legge nella nota – è di mettere insieme tutte le firme raccolte per portarle a palazzo Chigi il giorno 8 marzo. Considerata la forte adesione degli italiani all’iniziativa che il Pd ha promosso in ogni città d’Italia e anche tra gli italiani all’estero, tutto lascia prevedere che potrebbe essere addirittura superata la meta dei dieci milioni di firme».


Sul ‘Ruby-gate’ interviene anche Massimo D’Alema, che invita Berlusconi a dimettersi.
– In nessun paese civile una persona rinviata a giudizio per reati cosiì turpi e vergognosi resterebbe al suo posto. Potrei citare numerosissimi esempi di paesi democratici in cui per accuse meno gravi hanno lasciato il governo capi di governo e responsabili della cosa pubblica, perchè è del tutto evidente che Berlusconi provoca al nostro paese e alla credibilità dell’Italia in ogni parte del mondo.


Il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro invece chiede un election day con amministrative e referendum il prossimo 29 maggio. Di Pietro, che ha inviato formale richiesta al ministro dell’Interno Roberto Maroni, sottolinea tra l’altro l’esigenza di evitare un costo aggiuntivo di 350milioni di euro: «Scegliere una data diversa sarebbe un abuso di potere. Voglio credere che il ministro voglia far rispettare la Costituzione e salvaguardare il bilancio dello Stato».


Di Pietro evidenzia soprattutto l’importanza del quesito sul legittimo impedimento:
– E’ il naturale sbocco propositivo della protesta di piazza, cui bisogna dare una risposta. Perchè Berlusconi è Mubarak all’ennesima potenza: almeno quello la piazza l’ha ascoltata. Dobbiamo dare ai cittadini un obiettivo, superando il 50% al referendum c’è la possibilità di mandare Berlusconi a casa. Questo è un referendum plebiscitario tra chi vuole il governo Berlusconi e chi non lo vuole. Diamo a Berlusconi il giudizio del popolo che lui stesso chiede.