Alla Costituente Fli: “Berlusconi dimentica i connazionali nel mondo”

MILANO – Probabilmente verrà ricordato come il momento più emozionante di tutto il percorso istitutivo del partito: l’abbraccio tra Gianfranco Fini e Mirko Tremaglia sabato sul palco del padiglione 18 alla Fiera di Rho, a Milano.


Lui, l’onorevole artefice della legge sul voto degli italiani all’estero, già ministro per gli Italiani nel Mondo e oggi segretario generale del CTIM (Comitato tricolore per gli italiani nel mondo), ha parlato per quasi mezz’ora, più di tutti. Nominato presidente onorario dell’Assemblea Costituente di Futuro e Libertà, è stato pluricitato fin dall’inizio dei tre giorni di lavori, per l’indubbio merito, che i compagni del neo-partito gli riconoscono, di aver condotto una battaglia cinquantennale per la tutela dell’altra Italia.


Tremaglia sa che la sua battaglia non è finita, perché “il voto che siamo riusciti a far avere ai nostri connazionali deve essere reso segreto presso le ambasciate, i consolati, gli istituti italiani di cultura”. Ma si impegna a continuarla, anche se, come ricorda in una nota di tributo America oggi, quotidiano in lingua italiana pubblicato negli Stati Uniti, “è imprigionato in un fisico debilitato e tremante”. Il giornale diretto da Andrea Mantineo, dopo aver definito Tremaglia il “gladiatore” degli italiani all’estero, ha ricordato la vicenda che ha portato Tremaglia alla separazione da Berlusconi e dunque alla naturale affiliazione con il nuovo partito di Fini. “Invece di sottostare a un ordine di squadra che gli intimava di votare sì, l’allora ministro scelse la lealtà nei confronti dei cittadini italiani che vivono all’estero”, ha riportato lo stesso Tremaglia di fronte alla platea di Fli.


Come Fini, dunque, Tremaglia ribadisce il suo “no” a Berlusconi, per “necessità politica”. Per protesta contro la dimenticanza degli italiani nel mondo che hanno tanto sofferto e che continuano invece a meritare riconoscimento.


Tremaglia ha concluso citando di nuovo il “suo” Giorgio Almirante: “Ho diffuso amore per idee buone e semplici. Di più non potrei fare”. E come Almirante, lui fino alla fine promette agli italiani che ci sarà e sarà per loro, semplicemente, “un buon italiano”.