Vendola rilancia: «Rosy for president!»

ROMA – Nonostante la freddezza espressa dai vertici del Pd, Nichi Vendola rilancia l’ipotesi di una candidatura di Rosy Bindi alla premiership di una ‘’coalizione democratica’’; il che fa arrabbiare anche l’interessata che ha visto una dose di strumentalità nella proposta del governatore della Puglia. Curiosamente attestati di stima verso Bindi arrivano dai suoi avversari politici del centrodestra.


Il termometro del gradimento di questa candidatura si avrà oggi, quando la presidente del Pd aprirà la Conferenza delle donne Democratiche. Ieri mattina la vicepresidente della Camera ha incrociato in Transatlantico il portavoce di Nichi Vendola e, come ha riferito scherzosamente ai cronisti, lo ha ‘’cazziato un po’’’.


Bindi, e lo ha detto al telefono a Vendola, ha visto in questa proposta qualcosa di strumentale, per creare tensione all’interno del Pd, nel cui statuto il candidato premier è il segretario del partito, cioè Pier Luigi Bersani. E poi Bindi, dopo la sua mediazione sui Dico, quando era ministro della Famiglia nel 2007, l’ha resa invisa ai centristi dell’Udc. La sua candidatura escluderebbe quindi l’alleanza larga a cui lavora proprio Bersani. Sembra poi da escludere l’input di Romano Prodi alla sua candidatura, riferito dai rumors di Palazzo per la frase (‘’Rosy for president’’) pronunciata dall’ex premier sabato alla festa di compleanno della Bindi.
Ma Vendola ha oggi rilanciato la proposta sulla quale, a suo dire, c’è ‘’un entusiasmo popolare straordinario’’.

Dopo il freno a mano tirato da Bersani e D’Alema, un altro invito alla cautela è venuto da Sergio Chiamparino, che sottolinea come non ci siano elezioni alle porte, e da Matteo Renzi, per il quale Bindi ‘’non è la candidatura giusta per il prossimo futuro’’.