Sul vertice pesa l’imbarazzo del ‘dopo Ruby’

ROMA – Si presenta molto delicato, oggi, l’appuntamento all’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede per la cerimonia dei Patti Lateranensi. Un evento in cui, da programma, si ritroveranno fianco a fianco mezzo governo e le più alte gerarchie vaticane. Compresi Silvio Berlusconi e il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. Sullo sfondo il caso Ruby, i presunti festini di Arcore, un’inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio del premier con rito immediato e una certa dose di imbarazzo tra gli stessi prelati.


Le accuse contro Berlusconi sono da dimostrare, è in atto una battaglia legale. Ma le dimensioni che il caso ha assunto hanno creato disagio all’interno della Chiesa, che deve rispondere delle sue scelte di fronte al proprio ‘elettorato’: i cattolici. E che è preoccupata anche della propria immagine a livello internazionale. Quest’imbarazzo sarebbe arrivato anche Oltretevere e si sarebbe tradotto, secondo alcune fonti vicine al Vaticano, in una sorta di ‘trattativa’ sulla stessa presenza del premier in ambasciata e sul modo di gestire il vertice. Un ‘negoziato’ partito giorni fa che sarebbe giunto fino alla vigilia della cerimonia.


Il premier pero’ avrebbe sempre fatto sapere di non voler mancare. Ricostruzioni non confermate a livello ufficiale, dove si tende ad accreditare soprattutto una tesi: tutto si svolgerà come da protocollo. Va letto in questo senso anche il fatto, confermato da ambienti vaticani, che non sono annunciati faccia a faccia tra Berlusconi e Bertone. Nessun incontro privato a due, solo il vertice tra delegazioni: quella italiana, con Berlusconi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta e il ministro degli Esteri Frattini. E quella vaticana, con Bertone, il sostituto della Segreteria di Stato mons. Filoni e il segretario agli Esteri, mons. Mamberti.