Libia, cresce la rivolta: impiccati due poliziotti

TRIPOLI – Due poliziotti sono stati impiccati da manifestanti ad al Baida. Lo riferisce il giornale online Oea, vicino al figlio riformista del leader libico Muammar Gheddafi, Seif. La città, 1.200 chilometri a est di Tripoli, sarebbe di fatto nelle mani dei manifestanti e le forze della sicurezza hanno ricevuto l’ordine di lasciare la località. Lo riferisce una fonte della sicurezza libica, aggiungendo che le forze di sicurezza si sono posizionate intorno alla località Libia, cresce la rivolta: impiccati due poliziotti e controllano le vie di accesso in entrata e in uscita.


Le manifestazioni anti-Gheddafi in Libia hanno causato almeno 20 morti a Bengasi, la seconda città libica, e sette a Derna, un’altra località nell’est del Paese. Lo riferisce sempre Oea.


I manifestanti, secondo alcuni testimoni, hanno incendiato la sede della radio locale a Bengasi, nella Libia orientale, dopo il ritiro delle forze che garantivano la sicurezza dell’edificio.


 


Questa la mappa delle turbolenze di oggi, dall’Algeria al Bahrein:


– LIBIA: la rivolta contro il 32.ennale regime di Muammar Gheddafi oggi provoca violenti scontri a Bengasi, con almeno 20 morti – secondo il giornale Oea che fa capo al figlio del leader, il riformista seif al-Islam -, e a Derna, con – dice Oea – almeno 7 morti. Sempre per Oea, a Al Baida i manifestanti impiccano due poliziotti. In serata la polizia – dicono fonti della sicurezza, esce da Al Baida e ne controlla gli accessi. A Bengasi viene dato fuoco alla radio locale. Disordini anche a Tobruk, documentati da un video amatoriale. Secondo Human Rights Watch (Hrw), nei violenti scontri di ieri ci sono stati almeno 24 morti fra Bengasi e Al Baida.


– EGITTO: due milioni di persone – secondo l’agenzia Mena – scendono in piazza Tahrir al Cairo per la ”giornata della vittoria” della rivoluzione, in occasione del venerdì di preghiera. Migliaia di manifestanti anche ad Alessandria. Circa 10 mila invece manifestano in onore dell’ex presidente Hosni Mubarak nel quartiere di Mohandessin al Cairo. – BAHREIN: L’esercito spara contro manifestanti, soprattutto sciiti, che da giorni chiedono la fine della dinastia sunnita degli Al Khalifa e che cercavano di raggiungere la centrale Piazza della Perla a Manama. Diversi i feriti. La giornata si è aperta in un villaggio con la rabbia di migliaia di manifestanti ai funerali dei tre manifestanti uccisi nel blitz di ieri notte della polizia nella piazza della Perla occupata.


– YEMEN: la polizia spara nella città meridionale di Aden per disperdere i manifestanti che da settimane chiedono l’uscita di scena del presidente Ali Abdullah Saleh, al potere da 32 anni: quattro i morti. Nella città sud-occidentale di Taez granate vengono lanciate contro i manifestanti: due morti, 27 feriti.


– GIORDANIA: ad Amman sette feriti in una manifestazione di protesta attaccata da sostenitori del nuovo governo di re Abdallah II. Si tratta dei primi scontri di questo genere in Giordania, dove però da settimane a migliaia manifestano per chiedere riforme costituzionali.


– TUNISIA: il governo di transizione annuncia un’amnistia generale per i prigionieri politici. Alcuni fondamentalisti islamici protestano contro la prostituzione, cercando di appiccare il fuoco alla strade dei bordelli.


– GIBUTI: per la prima volta si fa sentire la piazza anche a Gibuti, con un raduno nello stadio Guled della capitale per chiedere la fine del potere del presidente Ismael Omar Guelleh. All’uscita la polizia interviene con i lacrimogeni e nascono scontri.


– ALGERIA: per domani l’opposizione ha convocato un sabato di protesta – il secondo – contro il regime di Abdelaziz Bouteflika, ma il governo promette una risposta dura.