Trichet: «Risanare i conti pubblici. No all’aumento dei salari»

ROMA – Il G20 concluso l’altro ieri ha portato risultati positivi, ma ora sul fronte della ripresa e dell’occupazione bisogna andare avanti con il risanamento dei conti pubblici, che è una necessità e non un’ossessione. Perchè esiste la minaccia che arriva dalle proteste del mondo arabo sull’economia globale e perchè bisogna evitare gli effetti del ‘secondo giro’, ovvero l’aumento dei costi da sommare ai rincari già in corso delle materie prime; e in questo contesto rientrano i salari, che bisogna evitare di aumentare. Il quadro è dipinto dal presidente della Bce, Jean Claude Trichet il giorno dopo il compromesso francese che ha portato ad un accordo minimo sulla definizione degli indicatori di squilibrio dell’economia.


Il banchiere afferma poi che è impossibile una proroga della sua permanenza nell’istituto di Francoforte.
– Lasciatemi leggere il trattato – si rivolge ai giornalisti – si tratta di un mandato di otto anni non rinnovabile.
Trichet non entra nel merito delle qualità che il suo successore dovrà avere, ma cita tra le virtù di un banchiere centrale la ‘’lungimiranza e la capacità di saper prendere decisioni in circostanze eccezionali’’. Le proteste dei civili nei paesi arabi possono rappresentare dei rischi per l’economia globale, osserva Trichet in un’intervista a Europe 1, sottolineando come le agitazioni nel Medio Oriente e nel Golfo possano avere un impatto non solo geopolitico ma anche sull’economia mondiale.


La riduzione dei deficit pubblici diventa perciò di vitale importanza in un contesto che resta variabile. Il risanamento dei conti non è di conseguenza ‘’un’ossessione’’ avverte il numero uno dell’Eurotower, ma ‘’una necessità’’. Lo dice rivolgendosi a tutti ed in particolare al Portogallo, tornato di nuovo sotto i riflettori della speculazione dopo le ultime aste dei titoli di stato per un temuto effetto domino dopo Grecia e Irlanda. Lisbona, ammonisce Trichet, deve ‘’rispettare tutti i propri impegni’’ sul fronte della riduzione del deficit e del debito pubblico.


– E’ tra l’altro un’esigenza – puntualizza – che vale per tutti i paesi della zona euro senza alcuna eccezione. Noi domandiamo al Portogallo di realizzare in modo rigoroso il programma che è stato definito e di rispettare tutti gli impegni presi. Allo stesso modo diciamo a tutti i paesi di fare altrettanto.