I biancocelesti si consolidano nel quarto posto

ROMA – La Lazio batte di misura il Bari e si conferma quarta forza del campionato al termine di una partita certo non bella, che dà ragione agli assenti, come spesso accade molti, visto che l’Olimpico era pieno solo per un terzo. A decidere il match è stata una prodezza, dopo appena sei minuti, dell’uomo migliore della squadra di Reja, quell’Hernanes assolutamente decisivo per le sorti dei suoi, e che il tecnico ha fatto uscire all’85’, sostituito dall’ormai ex idolo Zarate, per fargli avere una meritata standing-ovation che però è stata meno calorosa del previsto per questo autentico campione.

Un gol e sette conclusioni complessive (tutte pericolose) nei primi 42’ di gioco danno la misura della sua prestazione, e tutto ciò tenendo conto che Hernanes nella Lazio continua a giocare in un ruolo non suo, ovvero da trequartista.

Molto di più i laziali hanno rumoreggiato, dando vita ad un’autentica ovazione superiore perfino a quella per il gol della loro squadra, al 43’ della ripresa quando da Marassi è arrivata la notizia della rete del 4-3 del Genoa sulla Roma.

Di sicuro c’é che la Lazio ha vinto con merito, ma anche soffrendo troppo nel finale, ma si è trovata di fronte la peggior squadra vista all’Olimpico in questa stagione. Mutti è appena arrivato e non potrà certo fare miracoli (tantomeno se continuerà a far giocare nel ruolo di punta un tornante vecchia maniera come Alvarez), ma il Bari è apparso fin troppo rassegnato all’inevitabile retrocessione, tirando su la testa soltanto nella fase conclusiva della partita, quando ha cercato di approfittare di qualche affanno imprevisto della difesa laziale, tenuta insieme dall’ottimo Dias.

Questi nel secondo tempo ad un certo punto ha giocato con la maglia al contrario perché si era rotta e dalla panchina gli è stato comunicato che non c’erano altre casacche disponibili. L’arbitro Pierpaoli ha dovuto adeguarsi permettendo al difensore laziale di rimanere in campo anche se il suo numero non era più visibile.
Quella che sarebbe stata la svolta della partita è arrivata al 6’, quando Hernanes si è inserito perfettamente, con il destro, su cross di Sculli: ne è venuto fuori un tiro imparabile per Gillet oltre che un gol simile ad altri che il brasiliano aveva segnato in patria con la maglia del San Paolo.

Lo stesso Hernanes ci ha riprovato dopo appena due minuti (parata a terra del portiere barese), e poi al 15’. Gillet è intervenuto bene anche al 26’ su un colpo di testa di Dias su punizione del solito Hernanes, mentre al 28’ nessun laziale è stato pronto ad intervenire in tap-in su conclusione respinta dell’onnipresente n.8 biancoceleste, autore poi, al 40’, di una punizione rimpallata dalla barriera e neutralizzata in qualche modo da Gillet. Il tempo si è chiuso con una conclusione a botta sicura di Kozak respinta dal ‘muro’ della difesa barese.

La ripresa è stata meno divertente, a parte un paio di slalom non sfruttati dai compagni, ancora da parte di Hernanes. Il Bari si è ‘mangiato’ la sua unica occasione al 13’ quando Donati ha sprecato da posizione favorevole tirando su Berni. Per il resto c’é stato solo tanto ‘fumo’ da parte dei baresi nonostante l’atteggiamento diventato improvvisamente difensivista della Lazio. Poi la gioia finale, per il pubblico, dei gol del 3-3 e del 4-3 del Genoa. Come dire che per la Lazio, che rimane saldamente terza, in piena in zona Champions, quella contro il Bari è stata una domenica perfetta.