Roma, Montella all’attacco: “Non sono un traghettatore”

ROMA – Non si sente né un traghettatore né un allenatore inesperto. E ammette che “questa sarà l’unica volta che mi sentirò felice in panchina”. Vincenzo Montella ha intenzione di sfruttare al massimo la “grossa fortuna di poter allenare una squadra come la Roma”. A cominciare da oggi a Bologna si giocherà le sue carte fino al termine della stagione. E saranno poi i risultati del campo a giudicare la sua “serietà, impegno, e spero competenze”.


Nel suo primo vero giorno da allenatore della Roma, con direzione dell’allenamento e convocazioni per la trasferta del Dall’Ara, l’ex “Aeroplanino” ha spiegato di aver accettato con entusiasmo la panchina lasciata libera dal dimissionario Claudio Ranieri.


“Sono convintissimo della mia decisione e consapevole a cosa vado incontro – ha dichiarato in conferenza stampa alla presenza del presidente Rosella Sensi e dell’intera dirigenza -, é una grande fortuna poter allenare giocatori così forti, persone per bene, sensibili, che stanno soffrendo questo momento difficile”. “Credo molto nella loro voglia di rivalsa, anche verso loro stessi, non solo verso la situazione o verso qualcuno – ha quindi aggiunto -. Sarà importante parlarci, cosa che sto già facendo, anche individualmente. E poi credo molto nelle loro potenzialità sia umane, sia tecniche”.


Non ci saranno però corsie preferenziali per nessuno, “tutti dovranno accettare le scelte con molta serenità, non dovrà mai venire meno il rispetto dei compagni e dei ruoli”. Parole suggestive, considerato il rapporto di amicizia del nuovo allenatore con molti dei giocatori, e soprattutto gli anni d’oro della Roma di Capello in cui l’Aeroplanino non nascondeva l’insofferenza per le troppe panchine.


“Ho già in mente una formazione tipo penso di avere la mia idea – ha ammesso Montella -, ma questo non vuol dire che in determinate partite non possa giocare chi magari la partita precedente è stato in panchina. Ho la fortuna di avere una rosa ampia e di alto livello, ho l’imbarazzo della scelta, però non significa pesare il minutaggio, o accontentare tutti. Dovrò fare delle scelte”. Anche perché in ballo ci sarà il suo futuro professionale. Fare bene sulla panchina della Roma potrebbe magari garantirgli un futuro da allenatore di prima linea, anche se il paragone con Guardiola fatto da qualcuno appare davvero azzardato. “Non mi sento un traghettatore – ha però sottolineato l’ex attaccante del terzo scudetto romanista -. Il mio obiettivo è fare bene da qui alla fine dell’anno poi chi fa calcio sa che le situazioni cambiano continuamente”.


Niente di più definitivo del precario, insomma. E in attesa della definizione della nuovo proprietà, arriva la conferma di quanto emerso nei giorni scorsi: Giampaolo Montali avrà ruolo di traghettatore. Al dirigente in queste ore è stato conferito il potere di direttore operativo (ruolo per altro senza potere di firma), che apre le porte a una direzione generale nella nuova Roma.