Il processo Mills non si azzera, Csm conferma il giudice

ROMA – Probabilmente non arriverà mai a sentenza, ma il processo Mills nel quale è imputato Silvio Berlusconi non corre ora il rischio di essere azzerato e dunque di ricominciare daccapo per il rinnovo del collegio giudicante. Con 19 voti favorevoli, uno contrario e tre astensioni, il plenum del Csm ha infatti confermato l’applicazione al processo del giudice Francesca Vitale, che è stata intanto trasferita alla Corte d’Appello di Milano. Ma i laici eletti su indicazione della maggioranza di governo hanno dato battaglia, arrivando a sostenere con il leghista Matteo Brigandì, che con questa decisione ‘’si è violato il principio che la legge è uguale per tutti’’.


L’assemblea di Palazzo dei marescialli ha ritenuto “imprescindibili e prevalenti” le esigenze prospettate dal tribunale di Milano, che aveva disposto il mantenimento dello stesso collegio giudicante, che ha già gestito le prime tre udienze del processo, prima della sua sospensione e dell’invio degli atti alla Corte costituzionale; una scelta fondata sul rischio prescrizione che incombe sul procedimento (scatterà tra meno di un anno, il 13 gennaio del 2012) e che alla fine il Csm ha ratificato, nonostante la volontà contraria espressa dal giudice Vitale.


La decisione è passata con il sì di tutti i togati, dei laici di centro-sinistra e dei vertici della Cassazione. L’unico voto contrario è venuto dal laico del Pdl Bartolomeo Romano; gli altri componenti del suo stesso gruppo si sono astenuti, pur condividendo le sue obiezioni, mentre Brigandì- tornato a partecipare ai lavori del plenum dopo che si era autosospeso perchè indagato dalla procura di Roma- alla fine non ha partecipato al voto. Ma tutti insieme hanno dato battaglia, anche chiedendo il ritorno in Commissione della pratica e insistendo soprattutto su due aspetti: il mancato consenso di Vitale e la difformità della decisione con una circolare del presidente del tribunale di Milano che prevede l’utilizzazione in un processo di un magistrato trasferito solo quando il procedimento sia in avanzato stato di definizione.
– Quella circolare viene totalmente disattesa, così si viola il principio che la legge è uguale per tutti – ha sostenuto Brigandì -. Non dobbiamo forzare la mano: la volontà così netta del giudice Vitale di non voler partecipare al collegio merita di essere rispettata.


Le regole sono state rispettate e non ci sono state forzature, hanno replicato il presidente della Settima Commissione Nello Nappi, che ha escluso qualunque ‘’eccezionalità’’, e il relatore Tommaso Virga (Magistratura Indipendente), che a proposito del mancato consenso di Vitale ha osservato che sarebbe ‘’inaccettabile’’ consentire a un giudice di scegliere i processi da continuare.