Comites di Toronto, “Al più presto devono svolgersi le elezioni”

CARACAS – Fra le maggiori soddisfazioni del Comites di Toronto in Canada vi sono le numerose attività organizzate dai giovani. Così afferma con orgoglio il presidente Gino Cucchi raggiunto telefonicamente dalla ‘Voce’.


“I ragazzi delle seconde e terze generazioni si sentono italiani – spiega con entusiasmo – Attraverso il lavoro del Comites e delle associazioni gli emigranti sono riusciti a trasmettere le proprie tradizioni ai discendenti. Un elemento fondamentale per la conservazione della nostra cultura all’estero è la lingua che – aggiunge – fortunatamente la maggior parte degli italo-canadesi parlano”.


Fra le attività realizzate dai ragazzi vi è stata la 6ª Conferenza nazionale dei giovani italo-canadesi svoltasi nel marzo del 2010 nella Dante Alighieri Academy a cui hanno partecipato circa 500 persone. “I temi di discussione sono stati l’italianità, lo studio della lingua italiana, la storia dell’emigrazione e gli stereotipi del nostro paese” afferma.


Oltre a questo importante evento annuale, sono state organizzate nel 2010 e verranno riproposte quest’anno delle manifestazioni in occasione della Giornata mondiale della Donna, della Festa della Liberazione, del Giovanni Caboto Day e della tragedia di Marcinelle (8 Agosto 1956). Sempre l’anno scorso è stata anche donata a tutti i cittadini italiani che hanno compiuto 50 anni di residenza in Canada una spilla ricordo del Comites.
Per quanto riguarda le attività di ordinaria amministrazione, il Comites funge da tramite fra il Consolato e la collettività dando informazioni quotidianamente sulle richieste di cittadinanza, i certificati di assistenza e i rinnovi dei passaporti: “Prima dell’entrata in vigore del documento ottico, avevamo un rappresentante consolare che si recava nella nostra sede e consegnavamo i passaporti – poi sottolinea – La prova che la comunità è seguita molto da vicino è che fino a qualche anno fa molte persone non conoscevano neanche la parola ‘Comites’ ed oggi invece tutti fanno riferimento a questo organismo”.


Cucchi critica duramente i tagli imposti agli italiani nel mondo dell’ultima finanziaria sottolineando come abbiano colpito in particolare le comunità dell’America latina: “In Canada gli italiani bisognosi vengono curati nelle strutture pubbliche sanitarie, non vi è la necessità di usufruire di un’assicurazione privata. Per quanto riguarda gli italiani del Canada invece, l’indebolimento dell’euro rispetto al dollaro canadese ha ridotto il valore delle pensioni italiane”.


“Il 2011 è un anno pieno di attività in cui sono coinvolti molti giovani – assicura – Visto che giugno è stato riconosciuto dal governo canadese come il mese della lingua e cultura italiana, abbiamo organizzato in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia insieme al Congresso italo-canadese una manifestazione in cui ogni giorno si svolgerà un evento. Fra gli ospiti vi saranno anche corpi famosi come l’Orchestra da camera dei Cameristi del Teatro alla Scala e probabilmente la Banda musicale dell’Arma dei Carabinieri. Si presenteranno anche delle rappresentazioni teatrali e un film – precisa – per ricordare la difficile vita degli emigranti della prima metà del XX secolo. Non si può dimenticare che nel 1940 gli italiani sono stati internati e dichiarati nemici del Canada: è nostro compito insegnare ai più giovani da dove veniamo”.


Un’altra iniziativa promossa quest’anno riguarda la raccolta di tutti i nomi degli italiani morti sul lavoro: “Fortunatamente oggi le leggi tutelano in modo più stringente i lavoratori ma non è stato sempre così. Per questo motivo abbiamo deciso di erigere un documento in omaggio ai connazionali morti sul lavoro”.
Fra le proposte da attuare al più presto Cucchi mette la riforma del funzionamento dei Comites con la finalità di dar loro maggior potere decisionale. “Non approvo la modificazione presentata dal sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica – aggiunge sull’argomento – secondo cui per creare un Comites sarebbero necessari 15 mila italiani residenti in una circoscrizione e non 3 mila, come prevede la disciplina attualmente. Questa misura sarebbe devastante per il nostro paese – conclude – Dopo la già dolorosa chiusura del Consolato di Edmonton, questa legge porterebbe alla scomparsa di due Comites dei cinque che esistono in Canada”.
Ciò che è più urgente di tutto è una nuova elezione democratica dei membri dell’organismo che rappresenta la collettività all’estero: “Sono presidente dal 2004: sette anni sono un tempo troppo lungo per questa funzione”.


Barbara Meo Evoli