La maggioranza punta di nuovo sul processo breve

ROMA – Ennesima inversione di marcia sulla giustizia. La maggioranza punta di nuovo tutto su processo breve e intercettazioni, preparando però un’arma segreta: la riscrittura, di fatto, della legge ‘ex Cirielli’, per ridurre ulteriormente i tempi di prescrizione dei reati. La Consulta della Giustizia del Pdl, infatti, come spiega il capogruppo del partito in commissione Enrico Costa, decide di impostare nuovamente la strategia: sì al processo breve, la cui norma transitoria però dovrebbe venire cancellata, come assicura il relatore Maurizio Paniz; e sì alla riforma delle intercettazioni.

Per quanto riguarda il primo provvedimento, si chiederà alla commissione Giustizia di fissare al più presto un termine per la presentazione degli emendamenti, visto che ormai la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha calendarizzato l’esame del testo per il 28 marzo. Per le intercettazioni, invece, c’è chi, tra i ‘tecnici’ della giustizia, propone di tornare addirittura al testo originario del governo ‘’senza l’annacquamento imposto dai finiani’’.

A far cambiare nuovamente idea alla maggioranza sembra sia stata la decisione di accelerare sulla messa a punto della norma ‘taglia-tempi’ dei processi che potrebbe essere inserita o nello stesso processo breve (privato però della norma transitoria), nel ddl anti-corruzione all’esame del Senato, o in un provvedimento ad hoc. Norma sulla quale, almeno per ora, non si sarebbero registrate grosse alzate di scudi. Tra le varie proposte sul tappeto, si starebbe studiando la possibilità di non prevedere l’interruzione dei termini di prescrizione (quella prevista nell’articolo 160 del cpp sugli atti interruttivi della prescrizione) almeno per gli incensurati. Ma si starebbe pensando anche di rimodulare tutti i termini di prescrizione per un bel po’ di reati per evitare al massimo possibili pronunce di incostituzionalità.

Oltre all’idea di rimettere mano all’ex Cirielli, e di arrivare ad una rapida approvazione del processo breve e delle intercettazioni, la maggioranza decide di accelerare anche sulla sollevazione del conflitto di attribuzione per il ‘caso Ruby’, ‘’considerando le gravi violazione del Tribunale di Milano sulle questioni della competenza’’, come osserva uno degli avvocati del Pdl, Francesco Paolo Sisto. E di presentare in tempi ravvicinati anche la questione dell’improcedibilità ex articolo 96 della Costituzione. Per la riforma della Giustizia che sta mettendo a punto il Guardasigilli Angelino Alfano, invece, i tecnici della Consulta torneranno a riunirsi martedì prossimo. Ma anche questo, assicura uno dei partecipanti alla Consulta, sarà un aspetto sul quale il centrodestra intende andare avanti ‘’a vele spiegate’’. Ed è per questo che si sta ponderando bene la scrittura del testo, insiste, per facilitare al massimo ‘’la sua approvazione’’ senza il rischio di ‘’incappare in continui intoppi ‘burocratici’’’.

Eppure, soltanto l’altro giorno, il vicepresidente del Pdl alla Camera, Massimo Corsaro, aveva garantito ai cronisti che non ci sarebbe stata ‘’alcuna richiesta di calendarizzazione del processo breve’’ nella conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Mentre Alfano aveva commentato il ‘ripensamento’ dicendo ‘’non voglio che il provvedimento diventi in questo momento un elemento di rottura mentre stiamo lavorando alla riforma costituzionale’’. Il fatto, commenta il presidente del gruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini, è che la maggioranza ‘’è chiaramente in stato confusionale. Non sanno neanche loro cosa fare visto che cambiano idea ogni momento’’.