Istigazione all’odio razziale, indagato il sindaco di Lampedusa

LAMPEDUSA – Scivola di nuovo su un’accusa di razzismo il sindaco delle Pelagie, Bernardino De Rubeis, che è indagato dalla procura agrigentina per istigazione all’odio razziale e abuso di autorità. L’inchiesta è stata aperta dopo che ha emesso l’ordinanza che punisce ‘’l’accattonaggio e comportamenti non decorosi’’ e impone il divieto di utilizzare i luoghi pubblici ‘’come siti di bivacco e deiezione’’. Iniziativa che De Rubeis ha preso dopo che i lampedusani hanno espresso timore perchè i migranti che circolano sull’isola, in attesa di essere spostati (ieri ne sono stati trasferiti 200 e a Lamepdusa ne rimangono circa 300) importunerebbero le donne, chiederebbero soldi ai passanti e userebbero le strade come wc.


Nel 2009 De Rubeis venne processato per diffusione di idee che incitano alla superiorità razziale: in un’intervista che aveva rilasciato a un quotidiano era scritto che lui aveva affermato:
– Non voglio essere razzista, ma la carne dei negri puzza anche quando è lavata.
Il sindaco venne assolto perchè il fatto non sussiste. Non è stato dimostrato che in effetti pronunciò quella frase. E la procura agrigentina ha aperto fascicoli d’indagine anche per gli oltre seimila migranti, quasi tutti tunisini, giunti nelle ultime settimane sull’isola.


– Siamo costretti a iscrivere nel registro degli indagati i migranti che entrano clandestinamente – dice il procuratore di Agrigento Renato Di Natale, precisando che la procedura è la stessa seguita, ormai da anni, per tutti gli arrivi di immigrati. Ma questa volta la mole di lavoro è enorme e in procura temono che se avverrà anche parzialmente l’esodo più volte annunciato dalla Libia il numero di indagini da aprire sarà esorbitante.
– Dobbiamo necessariamente aprire fascicoli per immigrazione clandestina – spiega il magistrato – mancata presentazione dei documenti, e altri procedimenti per l’individuazione dei favoreggiatori dell’immigrazione clandestina, ove si possano individuare.


De Rubeis sull’inchiesta aperta nei suoi confronti dice:
– Non sono razzista. Mi potevo aspettare di tutto ma non questo. A Lampedusa, con l’amministrazione comunale in testa, siamo accoglienti, ci mettiamo a disposizione delle persone che arrivano. Ho solo riproposto specificando meglio alcuni passaggi una vecchia ordinanza del 2009 che era stata studiata insieme alla questura. Ricordo che ci lavorò anche il vicequestore Guarino. Ora il questore ha segnalato la nuova ordinanza alla procura. Ma io non menziono gli immigrati. L’ordinanza vale per tutti italiani o cittadini stranieri. I lampedusani sono con me e ho la loro solidarietà.


Il sindaco, anche se l’ordinanza ha valore per tutti coloro che stanno sul territorio delle Pelagie, punta però il dito sugli immigrati che ‘’continuano a bivaccare nelle piazze e strade principali di Lampedusa assumendo atteggiamenti che di certo compromettono l’immagine dell’isola’’. A De Rubeis ha espresso ‘’totale solidarietà’’ il presidente della commissione Esteri della Camera, il leghista Stefano Stefani.