Cremlino: «Via Gheddafi». Vertice dell’Ue l’11 marzo

ROMA – Si stringe l’assedio a Gheddafi, con le sanzioni anche da parte dell’Ue, mentre gli Usa lo sollecitano a lasciare senza rinvii. Cremlino: leader libico è un cadavere politico, vada via. Francia contraria ad un intervento militare senza un chiaro mandato delle Nazioni Unite’. Gran Bretagna: diplomazia prima di no fly zone. L’Iran invita i paesi occidentali a non approfittare della crisi per installare le proprie basi militari nel paese.

Stasera il premier Silvio Berlusconi riunirà un vertice con numerosi ministri per analizzare la situazione in Libia, e più in generale in Nordafrica, alla luce degli ultimi avvenimenti. La riunione è stata convocata, spiegano fonti di governo, a Palazzo Chigi. All’incontro, fra gli atri, oltre a Berlusconi e al sottosegretario Gianni Letta, dovrebbero partecipare il ministro degli Esteri, Franco Frattini, quello dell’Interno, Roberto Maroni, Angelino Alfano (Giustizia), Maurizio Sacconi (Lavoro), Altero Matteoli (Infrastrutture). Si tratta, spiegano fonti ministeriali, « di un secondo round sulla situazione in Libia e Nord Africa». Un’occasione, si spiega, per «analizzare la situazione sotto ogni punto di vista».

Il leader libico Gheddafi è «politicamente morto» e «non ha più posto nel mondo civilizzato»: lo ha dichiarato una fonte del Cremlino secondo il quale se ne deve andare. Lo riferisce l’agenzia Interfax.
– L’uso della forza militare contro il proprio popolo è inaccettabile. Dmitri Medvedev sin dall’inizio ha valutato in modo negativo le reazioni dei dirigenti della Libia rispetto agli avvenimenti – ha detto la fonte del Cremlino. Il fatto che la dichiarazione del presidente su quanto stava accadendo in Libia sia arrivata solo alcuni giorni dopo il loro inizio, secondo la stessa fonte, si spiega con «un unico motivo»: «l’approccio responsabile verso il destino dei nostri cittadini che si trovavano in quel Paese».

Un vertice straordinario Ue dedicato alla crisi libica e nei Paesi del Nord Africa si terrà a Bruxelles l’11 marzo prossimo, in concomitanza con quello dei Paesi membri dell’Eurozona già ufficialmente convocato. Lo si é appreso da fonti europee che danno la data come «molto probabile».
«Gli Usa e altri Paesi occidentali non approfittino della crisi in Libia per installarvi proprie basi militari»: lo ha affermato oggi il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehman-Parast. Ieri uno dei portavoce della Difesa americana, David Lapan, aveva detto che Washington stava riposizionando le sue forze armate, navali e aeree attorno all’area della Libia, ma il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha detto che le navi americane non parteciperebbero ad un eventuale intervento militare. Mehman-Parast, che parlava nella sua consueta conferenza stampa settimanale, è tornato a condannare «il massacro» degli oppositori libici da parte del leader Muammar Gheddafi e ha annunciato che Teheran è pronta «a fornire ogni tipo di assistenza umanitaria al popolo libico, compresa la cura dei feriti» in Iran.

Downing Street ha per il momento messo in sordina i tamburi di guerra contro la Libia dei media britannici: un portavoce del premier David Cameron ha detto che questo è ancora il momento della diplomazia e che i piani per porre in atto una zona di non volo sulla Libia sono stati ordinati, ma solo per essere pronti in caso di necessità.