In Lussemburgo si riscopre il genio della commedia italiana

LUSSEMBURGO – Si è aperto ieri il ciclo di proiezioni dedicate a Mario Monicelli ed organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura in Lussemburgo.

Per riscoprire il genio della commedia italiana del Novecento, ogni martedì del mese di marzo si potrà riassaporare la sua comicità travolgente, con l’aiuto di analisi ed approfondimenti critici che saranno forniti di volta in volta a chi si iscriverà alla rassegna cinematografica.

Il seminario si concluderà con una conferenza, prevista il 12 aprile nella Biblioteca dell’Istituto Italiano di Cultura, in compagnia dell’esperto di Cinematografia dell’Università di Siena Simone Starace.
I film previsti per la rassegna sono: “Guardie e ladri” (1951), “I soliti ignoti” (1958), “Casanova 70” (1965), “L’armata Brancaleone” (1966) e il più recente “Cari fottutissimi amici” (1994). Tutti i film e le antologie critiche saranno presentati in lingua italiana.

Ieri sera è stato proiettato “Guardie e ladri” con Totò, Rossana Podestà, Aldo Fabrizi, Ave Ninchi e Carlo Delle Piane. Totò è un ladruncolo napoletano che una bonaria guardia romana (Fabrizi) deve catturare, pena la perdita del posto. Dopo inseguimenti vari, i due fanno amicizia, scoprendo di avere molti problemi in comune. Uno dei rari film di Totò che fu elogiato quasi all’unanimità dalla critica dell’epoca (Nastro d’argento a Totò e a Cannes premio alla sceneggiatura di Brancati, Fabrizi, Flaiano, Maccari, Steno e Piero Tellini) anche perché s’innestava nel filone neorealistico. “Ho favorito il passaggio di Totò al neorealismo, limitando le sue caratteristiche di comicità surreale che lo aveva caratterizzato in precedenza. Sarà poi Pasolini a orientarlo più sul misterioso o sul magico, forse lo ha capito meglio di me”, affermò Monicelli, che per questo film ebbe noie con la censura.

Il martedì successivo, 8 marzo, alla stessa ora, sarà la volta de “I soliti ignoti” nel cui cast compare ancora una volta Totò, stavolta assieme a Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Renato Salvatori, Carla Gravina e Claudia Cardinale. Gassman è Peppe, un pugile balbuziente in disarmo, Mastroianni è Tiberio, che bada al pupo mentre la moglie è in prigione, Salvatori è Mario, perditempo bonaccione che si fa mantenere dalle vecchie zie, Murgia è Ferribotte, siciliano geloso della sorella Carmela (Claudia Cardinale), Pisacane è Capannelle, dalla storica fame arretrata. Poi c’è Totò, il “maestro”. Si presenta l’occasione per un colpo facile: scassinare una cassaforte in tutta tranquillità, sfondando un sottile muro che divide un’abitazione privata dal monte dei pegni. La “banda” prepara tutto come ha visto fare nei film, usa tutti i mezzi necessari, riprende persino (con cinepresa rubata) il luogo del colpo. Alla fine agiscono, aprono porte e sfondano il muro, solo che per un insignificante cambio di mobili si trovano nella cucina dello stesso appartamento. Nel frigorifero c’è pasta e ceci. Siedono al tavolo e… cenano.