Proclamato lo sciopero generale: sarà il 6 maggio

MODENA – Prima negato, poi lasciato intuire, infine proclamato: lo sciopero generale della Cgil ha adesso un appuntamento segnato sul calendario: sarà il 6 maggio, quattro ore nelle quali il più grande sindacato italiano vuole svuotare le fabbriche e riempire le piazze in un venerdì di primavera. Susanna Camusso per annunciarlo ha scelto un luogo non troppo istituzionale, ma altamente simbolico, come la platea dei delegati della Camera del Lavoro di Modena. Una platea piena zeppa (visto il tipo del tessuto economico modenese) di operai metalmeccanici della Fiom, proprio la categoria che chiede alla Cgil lo sciopero generale da mesi, e che ha cercato di far passare la propria linea con le buone maniere del dialogo e con quelle un po’ più spicce della pesante contestazione che la Camusso subì a Bologna in occasione della manifestazione dei metalmeccanici. Rea, secondo i contestatori, proprio di non aver annunciato quello sciopero poi maturato nelle settimane successive.

Sarà uno sciopero di quattro ore e si svolgerà, secondo le prime indicazioni della Cgil, con tante manifestazioni territoriali. La Cgil ha così deciso di muovere il suo attacco frontale, con l’arma regina di cui un sindacato dispone, al governo e alle sue politiche economiche. Senza finta indifferenza verso le vicende che riguardano Berlusconi.
– Noi – ha detto la Camusso – a differenza di altri vogliamo bene al nostro Paese ed è per questo che pensiamo che Berlusconi se ne debba andare: perchè lui non vuole bene al Paese. C’è un rapporto fra l’immagine del Paese all’estero e il modo di gestire la crisi. Il premier inquisito che non si presenta in tribunale è il motivo per cui l’opinione pubblica internazionale ci considera un Paese inaffidabile: il primo ostacolo agli investimenti stranieri è proprio il premier.

Una piattaforma così ha suscitato subito la reazione del ministro del welfare Maurizio Sacconi che ha bollato quello del 6 maggio come la ”scelta, tutta politica, di supplire alla debole opposizione parlamentare”. Uno sciopero che finirà inoltre per segnare il punto forse più basso nei rapporti confederali, anche perchè le remore che la Cgil aveva avuto nei confronti del pressing della Fiom erano dettate proprio dal fatto di non tagliare anche quel filo sottile che rappresenta il legame con Cisl e Uil.

– Il filo dell’unità non va mai perso – ha spiegato la Camusso ai delegati che hanno accolto con un lungo applauso la definizione di una data, ma la condivisione dello scenario che Cisl e Uil stanno facendo nei confronti delle politiche del governo indica, secondo la numero uno della Cgil, una ”resa senza condizioni”.