Unicef: crisi umanitarie in 32 paesi, servono 1,4 mld di dollari

ROMA – Appello emergenze umanitarie per i bambini di 32 paesi nel mondo: lo lancia l’Unicef in uno rapporto, presentato ieri, in cui per il 2011 stima in 1,4 miliardi di dollari le risorse con le quali ritiene di poter contrastare le crisi in questi paesi. Si tratta dell’infanzia di paesi come Pakistan, Haiti, Afghanistan, Burkina Faso, Ciad, Colombia, Iraq, Kenya, Somalia, Sudan, Madagascar, Zimbabwe, colpiti da guerre, carestie e disastri naturali.

Il rapporto ricorda le inondazioni del 2010 in Pakistan che hanno sommerso un quinto del paese; il terremoto di Haiti che ha causato oltre 200 mila vittime e milioni di sfollati (380 mila bambini vivono nelle tendopoli), la mancanza di cibo in tutto il Sahel che continuano a minacciare centinaia di migliaia di bambini con malnutrizione.

Il rapporto dell’Unicef sull’Azione umanitaria per i bambini (Humanitarian Action for Children Report 2011) mira a rafforzare la resilienza, ossia non solo la capacità di riprendersi da un evento traumatico ma di prevedere i rischi e limitare il loro impatto.
– Investire e rafforzare la resilienza dei paesi che vivono ai margini – ha commentato Hilde Johnson, vicedirettore generale dell’Agenzia dell’Onu per l’ infanzia, riferisce un comunicato – non solo riduce la loro strada per il recupero ma contribuisce ad aumentare la capacità di gestione dei rischi mettendo in atto misure di prevenzione prima che la crisi dirompa, mitigandone i danni in quest’ultimo caso.

Nel 2011 saranno necessari 1,4 miliardi per supportare l’Unicef nelle azioni umanitarie nei 32 paesi. Rispetto all’ appello lanciato un anno fa, c’è un aumento del 21%; per lo più per il Pakistan ed Haiti che richiedono, rispettivamente, 296 e 157 milioni di dollari. Fra l’altro, le esigenze di finanziamento di emergenza per l’America Latina e i Caraibi sono aumentati di otto volte (soprattutto per Haiti). Per l’Europa centrale e orientale e la Comunità di stati indipendenti è più che raddoppiato nell’ultimo anno; è molto aumentato (da 5 milioni a 13 milioni di dollari) come conseguenza del fabbisogno in Kirghizistan e Tagikistan. I 32 paesi a cui si riferisce l’ appello per raccolta fondi sono stati selezionati sulla base della gravità della crisi; sulla gravità del suo impatto sui bambini e sulle donne; sulla natura cronica o prolungata della crisi e sulla base del loro potenziale per produrre risultati duraturi salva-vita.

Il Fondo per le crisi umanitarie (Cerf-central Emergency Response fund) si è confermata nel 2010 la maggiore fonte di aiuti umanitari con un contributo complessivo di oltre 87 milioni di dollari. Il Fondo per l’Unicef degli Usa è stata la seconda fonte di finanziamenti umanitari, con 79,5 milioni di dollari (dei quali circa l’88% per Haiti). La top ten dei donatori (il 63% dei contributi umanitari per le operazioni di soccorso) include i governi degli Stati Uniti (73,6 milioni di dollari), Giappone (61,5), la Commissione europea (59,7), il Fondo comune umanitario (53,2), Australia (29,9), Spagna (27,5), Canada (25,3) e Regno Unito (22,6).