Libia, nuovi scontri e raid aerei

TRIPOLI – Continuano gli scontri in Libia. I caccia hanno compiuto ieri mattina una serie di raid aerei con lancio di razzi contro la zona di Ras Lanuf, nel golfo di Sirte. ‘Al-Jazeera’ ha trasmesso in diretta le immagini dei raid. Sono ripresi anche i cannoneggiamenti da parte delle brigate di terra fedeli a Gheddafi che circondano la città di al-Zawiyah. Stando a quanto riferito da un giornalista presente nella città della Tripolitania ad ‘al-Jazeera’, si tratta di un attacco la cui portataè senza precedenti. Mentre è di 8 morti e 59 feriti il bilancio degli scontri avvenuti nella zona di Bani Jawad, sul fronte che porta a Sirte.


Secondo una fonte libica del quotidiano arabo ‘al-Sharq al-Awsat’, Gheddafi si starebbe preparando per la battaglia finale a Sirte. Il Colonnello avrebbe reclutato nelle scorse settimane decine di piloti stranieri, siriani, algerini, ucraini, serbi e romeni, per i suoi caccia in modo che sferrino dei raid contro gli oppositori senza remore. Gheddafi avrebbe inoltre chiesto garanzie precise ai ribelli sulla sua persona nel caso in cui scegliesse di lasciare il paese e andare in esilio all’estero.


– Il regime di Muammar Gheddafi sta preparando la partenza di migliaia di clandestini presenti nel proprio paese verso l’Europa – denuncia intanto il portavoce dei ribelli che controllano la città di Misurata, in Libia, Abdel Basat Abu Zairiq, in un colloquio telefonico con la tv araba ‘al-Jazeera’ -. Nella zona di Dakhil, vicino Misurata, il regime sta preparando la partenza di migliaia di clandestini verso le coste europee – ha affermato – e questo per dimostrare che i ribelli in Libia rappresentano un pericolo anche per i paesi europei.
Il raìs dal suo bunker punta il dito contro i media stranieri.
– Ai miei amici e al mondo dico che è stata data un’immagine distorta delle manifestazioni pacifiche. Molte tv hanno manipolato la realtà – ha attaccato il leader libico in un’intervista all’emittente France 24 -. Non bisogna ingigantire i fatti come se ci fosse un grosso problema Ora che abbiamo aperto le porte ai giornalisti stranieri, invitiamo il mondo ad aprire gli occhi.


Secondo il Colonnello «da entrambe le parti, esercito e rivoltosi ci sono stati 150-200 morti, e non migliaia come si dice».
Gheddafi ha commentato con un «è ridicolo» il possibile riconoscimento da parte della Francia dell’organo di autogoverno istituito dai rivoltosi a Bengasi.
– Immaginate se noi interferissimo con gli affari della Corsica o della Sardegna – sono state le sue parole. Mentre sulla mediazione proposta dal presidente venezuelano Hugo Chavez per porre fine alla rivolta libica, Gheddafi ha dichiarato che «questa mediazione per ora non esiste».


– Qui non ci sono problemi – ha aggiunto – quello di cui abbiamo bisogno è sbarazzarci di queste gang armate.
Quanto ai rapporti con Usa e Ue, «è strano, le nostre relazioni erano buone» ha osservato il raìs.
– La Libia aveva relazioni molto buone con gli Stati Uniti e l’Unione europea e con i paesi africani, e la Libia svolge un ruolo cruciale per la pace nel mondo e nella regione – ha sostenuto Gheddafi. Lunga tunica e copricapo marrone, nell’intervista video di France 24 il leader libico ha parlato con voce monocorde.
– In Libia – ha proseguito – ci sono anche importanti gruppi petroliferi spagnoli e francesi, e all’improvviso questi paesi hanno dimenticato i loro interessi’’.


A Bengasi ieri è arrivato il pattugliatore ‘Libra’ della Marina Militare italiana. La nave ha scaricato 25 tonnellate di aiuti umanitari, in buona parte attrezzature sanitarie e generi alimentari ed è poi salpata dal porto. Fra gli aiuti consegnati ai libici quattro generatori elettrici, 4mila coperte, 40 kit medico-sanitari, cinque tonnellate di latte in polvere, cinque tonnellate di riso, depuratori e serbatoi per l’acqua potabile, tende ‘familiari’, tutti destinati alla popolazione dell’area di Bengasi.

L’INTERVENTO


Dall’Italia alla Nato: satelliti, basi militari e aerei


ROMA – Nel caso di un intervento militare della Nato in Libia ‘’l’Italia sarà chiamata a dare il proprio contributo e questo, come in Kosovo, sarà di primo piano’’. E’ l’opinione del generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica e consigliere militare di tre presidenti del Consiglio, che non a caso cita il Kosovo: fu lui, dal quartier generale di Vicenza (‘’questa volta potrebbe essere Napoli’’), a coordinare le operazioni aeree durante la guerra nei Balcani.
– Operazioni – dice oggi all’Ansa – che si rivelarono determinanti. Finora – afferma Tricarico – vari ministri hanno parlato della messa a disposizione ad altri Paesi delle nostre basi, in particolare Sigonella, per scoli scopi umanitari: io credo che non ci si possa limitare a questo e che dovremo fare la nostra parte, come sempre, senza riserve. E non c’è dubbio che in caso di intervento militare della Nato, sarà almeno all’inizio un intervento aereo, proprio come avvenuto nei Balcani.


Tricalco commenta che il segretario alla Difesa Usa Robert Gates ‘’ha detto che la creazione di una ‘no fly zone’ sulla Libia comincia con un attacco’’.
– Questo è inevitabile – sottolinea Tricarico – Nel senso che occorre neutralizzare i mezzi antiaerei nemici, cioè distruggere radar e postazioni missilistiche. Noi questa capacità, cosiddetta SEAD, cioè ‘soppressione delle difese aeree nemiche’, ce l’abbiamo ed è costituita dai caccia Tornado: l’abbiamo fatto in Kosovo insieme ai tedeschi e dopo tre giorni non volava più un aereo serbo. I danni collaterali sarebbero minimi, grazie alla precisione dei missili aria-superficie che colpiscono in maniera chirurgica basi e postazioni militari.
Dunque, dall’Italia aerei Tornado, ma anche ‘’gli aggiornatissimi caccia F-16 ed Eurofighter, per il pattugliamento e la sorveglianza’’, oltre agli aeroplani Av8, ‘’essenzialmente quelli di cui è equipaggiata la portaerei Cavour’’. Riguardo agli aeroporti, secondo Tricarico ‘’tutte le basi aeree dell’Italia centro-meridionale potrebbero essere idonee allo scopo, non solo per il rischieramento degli aerei della Nato, ma anche per l’assistenza logistica. Gli aerei radar Awacs, ad esempio, potrebbero essere dislocati a Trapani, che è specificatamente attrezzata per questo tipo di velivoli, ma basi idonee ad ospitare caccia sono tutte: da Grazzanise a Gioia del Colle. Si potrebbe ricorrere, in caso di necessità, anche a Lampedusa o Pantelleria’’.
C’è poi, aggiunge Tricarico, ‘’un’altra capacità fondamentale che ha a che fare con l’intelligence e di cui è dotata l’Italia: si tratta della costellazione di satelliti Cosmo-Skymed che è completamente operativa e che ha una performance superiore a qualsiasi altro sistema esistente’’.


– Grazie a questi satelliti – spiega – si può avere una rappresentazione fotografica ricorrente con definizione molto alta, quanto di meglio ci sia oggi in circolazione.


Agli stessi fini, conclude il generale, possono essere impiegati (‘’ma solo in un secondo momento, nel caso di un conflitto tipo guerriglia’’) anche gli aerei senza pilota ‘Predator’, ‘’dotati di grande autonomia e che potrebbero essere tranquillamente pilotati dalla loro base di Amendola’’.