Per 1,2 mln di giovani donne né lavoro né studio

ROMA – Fra i giovani che non studiano né lavorano (i cosiddetti Neet) prevalgono le donne: si tratta di 1 milione 153 mila nella classe di età 18-29 anni. Lo afferma l’ Istat. Sempre alle giovani donne spetta il primato negativo della disoccupazione (con punte del 53,7% al sud) come anche dell’impegno nel lavoro familiare rispetto al tempo libero. Più della metà delle giovani (622 mila) vive al Sud e la metà (626 mila) ha tra 25 e 29 anni.

In percentuale, le giovani che non studiano e non lavorano sono il 29,9%, un valore più alto di quello maschile (22,9%). Il livello è molto elevato tra le giovani con basso titolo di studio (43,8%), ma si mantiene intorno a un quarto per le diplomate e le laureate. Nel Sud le giovani Neet sono il 39,8%, contro il 22,8% del Nord e il 23,9% del Centro.

Nel Sud è alta la percentuale di Neet anche tra i maschi (34,1%). Quasi una laureata su tre al Sud è Neet (il 31,3%), ma la percentuale risulta elevata anche tra le laureate nel Nord (20,9%) e nel Centro (25,3%). Il tasso di disoccupazione femminile, fra i 18-29 anni, è al 21,1% contro il 18,4% di quello maschile. Il tasso di disoccupazione al sud arriva al 33,1% per le donne contro il 28,4% per gli uomini. Con riferimento alle giovani tra i 18 e 19 anni, il tasso di disoccupazione femminile è molto più elevato – il 48,3%, con punte del 53,7% – al Sud, ma anche al Nord (42,6%) resta alto. Il tasso di inattività femminile è al 55,1%, contro il 44,4% dei coetanei maschi. Ciò è dovuto alla elevata presenza di studentesse, che rappresentano il 59,8% delle inattive.

La divisione dei ruoli di genere è molto accentuata anche tra i giovani, sia tra quanti vivono ancora in condizione di figlio con i genitori, sia tra quanti hanno ormai formato una famiglia propria. Non solo la quota di giovani figlie coinvolte nel lavoro familiare è doppia rispetto a quella degli uomini (75,4% contro il 37,3%), ma anche il tempo mediamente dedicato a questo tipo di attività è superiore (1 ora e 59 minuti contro 1 ora e 15). Il divario tra i due generi si accentua tra i giovani che hanno una famiglia propria: in questo caso, la durata del lavoro familiare è pari a 5 ore e 47 minuti per le donne, contro 1 ora e 53 dei coetanei maschi; a ciò va aggiunto che le donne svolgono almeno un’attività di lavoro familiare nel 98,6% dei casi, a fronte del 52% dei coetanei.

Part Time non è una scelta — Il part time per la maggior parte delle donne italiane non è una scelta ma un ripiego, necessario se vogliono lavorare. E’ quanto sottolinea sempre l’Istat nells nota diffusa in occasione della Festa della donna in cui sono riportati i dati 2009-2010 sulle giovani in Italia. La percentuale di donne giovani in part time è tripla rispetto a quella maschile (31,2% contro 10,4%) e si mantiene elevata anche per le laureate (24,1%).

Nel Sud tale percentuale si attesta al 38,1%, nel Centro al 32,5% e nel Nord al 27,5%: per la componente maschile le analoghe percentuali sono pari all’11,8%, al 12,2% e all’8,7%. Il 64% delle donne di 18-29 anni dichiara di lavorare part time perché non ha trovato un lavoro a tempo pieno. L’incidenza del part time involontario aumenta passando dal Nord (56,1%), al Centro (64,3%), al Mezzogiorno (76,1%). Le laureate presentano una percentuale inferiore, ma sempre elevata (57,2%).

Più brave a scuola e leggono di più — Le giovani donne studiano di più e con rendimenti migliori rispetto agli uomini. Ma non solo: rispetto ai coetanei, le giovani leggono di più, vanno di più ai musei, alle mostre, al teatro. E’ il quadro della vita delle giovani italiane diffuso dall’Istat nel giorno dell’8 marzo.
Nel 2010 il 37,6% delle giovani donne segue un percorso di istruzione, contro il 30,7% dei maschi (nel 2005 erano il 33,3% e il 27,8%). Nel corso di cinque anni il livello di istruzione delle giovani è aumentato più che per i coetanei: le laureate sono passate dal 10,5% al 14,9% delle donne della stessa fascia di età, mentre i laureati dal 6,9% al 9,4%. Le diplomate sono il 56%, una quota pari a quella dei giovani maschi, e mentre il 29,2% delle giovani possiedono al massimo la licenza media (34,8% nel caso dei maschi). Primato in ‘rosa’ anche per la lettura di libri: legge il 64,4% delle giovani donne contro il 41,3% dei coetanei, 23 punti percentuali in più. Il 39,6% delle giovani poi visita musei e mostre, il 27,6% monumenti. Il vantaggio femminile rispetto ai coetanei è evidente: 8 punti in più nel primo caso e 4 nel secondo.