Incontro internazionale: “È necessaria una soluzione pacifica al conflitto”

BOGOTÀ – L’incontro internazionale per la pace in Colombia, svoltosi a Buenos Aires dal 20 al 22 febbraio da Colombiani per la Pace, Latinoamericani per la Pace in Colombia ed Europei per la Pace in Colombia, con l’adesione di numerose organizzazioni e movimenti sociali, organismi internazionali, intellettuali e giornalisti di vari paesi, ha ribadito con forza la necessità di una soluzione politica del pluridecennale conflitto colombiano.

Il governo colombiano ha sostenuto che i partecipanti a questo incontro, e in particolare il Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel, sarebbero fiancheggiatori del “terrorismo”. La risposta a questa teoria non si è fatta aspettare: numerose personalità internazionali, tra cui l’ex segretario generale dell’ONU Butros Ghali, stanno lavorando ad un documento di ripudio di tale posizione, che tra le altre cose dimostra l’inadeguatezza del governo colombiano a svolgere la propria parte nel trovare una soluzione pacifica ad una guerra che ha scatenato 60 anni fa.

Durante l’incontro è stato ribadito che solo un processo di pace tra le parti belligeranti potrà consentire di superare il conflitto sociale ed armato colombiano, e che a questo proposito solo è possibile una soluzione politica e negoziata. Gli organizzatori dell’incontro di Buenos Aires contano di coinvolgere i paesi di Unasur, in qualità di accompagnatori e facilitatori.

Da parte sua Piedad Córdoba, portavoce dei Colombiani per la Pace, ha annunciato un prossimo tour internazionale per far conoscere le proposte scaturite da questo incontro in Brasile, Stati Uniti, Messico, Europa, Asia ed Africa.
L’incontro si è realizzato pochi giorni dopo la liberazione unilaterale di sei prigionieri di guerra da parte delle FARC-EP, come gesto di riconoscimento del ruolo di mediatrice svolto da Piedad Córdoba, e di disponibilità verso possibili dialoghi.

Nel 2010, però, il numero di militari e poliziotti messi fuori combattimento dall’insorgenza è stato maggiore di quello relativo alle truppe d’occupazione in Afghanistan e Iraq, con oltre 4300 tra morti e feriti gravi; cifre più alte di quelle che si registravano nel 2002, prima dell’accelerazione del Plan Colombia/Patriota.