Gli scrittori che hanno fatto l’Unità d’Italia

CARACAS – Vivere lontano dall’Italia, e perfino dall’altra parte dell’oceano, non spezza il legame fra gli emigranti e il proprio paese d’origine. Anzi. Secondo il professore Gianni Oliva che ha tenuto ieri la conferenza ‘L’unità nella letteratura’, “gli italiani all’estero sono quelli che sentono di più l’importanza dei 150 anni dell’unità d’Italia”.

Oltre al seminario di ieri organizzato dall’Istituto italiano di cultura presso l’Ucv, Oliva, giornalista pubblicista e storico, ne ha già sostenuto uno presso la casa d’Italia di Marcay sul ruolo delle forze armate nella valorizzazione del sentimento d’integrazione dei giovani italiani ed oggi terrà l’ultimo presso la scuola Agustín Codazzi dal titolo ‘150 anni d’Unità: le tappe fondamentali della storia e del pensiero politico’.

Sul valore dell’emigrazione per l’Italia, Oliva è convinto che “gli emigranti hanno esportato le caratteristiche migliori degli italiani – dice alla ‘Voce’ -: la fantasia e l’imprenditorialità. All’estero i connazionali hanno mantenuto una sorta di cordone ombelicale con il paese d’origine e hanno rafforzato il senso d’identità in senso patriottico e non nazionalista – poi aggiunge riferendosi al Venezuela – Qui la maggior parte degli italiani sono venezuelani che non hanno dimenticato di essere italiani, allo stesso modo in Italia dovremmo sentirci europei senza dimenticare di essere italiani”.

Davanti a un centinaio di studenti, il professore ed ex assessore regionale alla Cultura e Politiche Giovanili della regione Piemonte ha fatto un excursus delle opere di quei grandi scrittori italiani che hanno segnato il processo di costruzione dell’Unità d’Italia inserendoli nel loro contesto storico. Così ha citato ‘De vulgari eloquentia’ di Dante Alighieri in cui compare per la prima volta la parola Italia con una connotazione pacificatoria, il ‘Canzoniere’ di Francesco Petrarca in cui l’Unità è vista come una speranza per il futuro e uno strumento per porre fine alle spietate guerre dell’epoca che dilaniavano il paese.

Oliva, che ha pubblicato una ventina di libri sulla storia dell’esercito, dei Savoia e del 1943-45, non ha mancato di porre in rilievo la figura di Machiavelli nel processo che porterà all’unificazione. “Lo scrittore e diplomatico toscano nell’opera ‘Il principe’ – ha spiegato durante la conferenza – insegna a Lorenzo dei Medici come sconfiggere le altre signorie con degli strumenti che ancora oggi sono utilizzati in politica”.
Il professore ed ex preside di un liceo torinese ha fatto riferimento all’opera di Ugo Foscolo, di Vittorio Alfieri, di Giuseppe Garibaldi ma anche a dei momenti storici: dalla nascita della repubblica Cispadana, alle guerre di indipendenza, dalle elezioni del primo Parlamento italiano a Mussolini.

Al termine dell’esposizione di Oliva il consigliere dell’Ambasciata Alberto Pieri è intervenuto sottolineando il legame che unisce le storie d’Italia e Venezuela che proprio quest’anno festeggiano un anniversario importante: i 150 anni d’Unità per la prima e i 200 anni d’indipendenza per la seconda.


La direttrice dell’Iic ha evidenziato come queste tre conferenze, organizzate nell’ambito delle celebrazioni dei 150 dell’Unità, siano dirette in particolare ai giovani sia venezuelani che italiani. “Oggi si è persa un po’ l’unità di tradizioni, lotte e costumi – afferma -, per questo è ancora più importante dare ai ragazzi elementi per poter credere nell’Unità. Non si può amare ciò che non si conosce – conclude – L’Italia è stata fatta un secolo e mezzo fa, ma bisogna continuare a mantenerla unita”.