Giustizia, dal Cdm sì alla ‘riforma epocale’. Berlusconi: «Il pm dal giudice col cappello in mano»

ROMA – Via libera del Consiglio dei ministri alla legge costituzionale di riforma della giustizia. Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi, lasciando palazzo Chigi. La riforma della giustizia del ministro Angelino Alfano era approdata in Cdm questa mattina per l’approvazione da parte dell’esecutivo. Il ddl costituzionale, che contiene la separazione delle carriere fra giudici e pm e due Csm separati, è stato approvato all’unanimità e il via libera al testo è stato salutato con un applauso.


– Presentiamo oggi per la prima volta nella storia della nostra Repubblica un testo di riforme costituzionali della giustizia che è completo, organico, chiaro, convincente – ha detto Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Cdm -. Intendiamo anche sostenere questa riforma con una larga comunicazione ai cittadini perché è fatta nell’interesse dei cittadini.


Ora, assicura il presidente del Consiglio, «portiamo il provvedimento all’attenzione del Parlamento che lo discuterà e lo approverà».


Con il via libera alla riforma della giustizia, dei cinque punti presentati alle Camere il 29 settembre scorso il governo ne ha approvati cinque. Sull’ultimo che ancora manca all’appello, la riforma del fisco, «ci stiamo lavorando» ha poi assicurato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.


– Il 29 settembre – ha detto il premier – presentammo il nostro progetto di riforma della giustizia, e ottenemmo la fiducia al riguardo. Poi c’era il federalismo municipale, l’abbiamo attuato. I decreti per la sicurezza dei cittadini, attuati. Il piano per il Sud è stato presentato. La riforma della giustizia, approvata. E sulla riforma del fisco stiamo lavorando con i tavoli aperti con imprenditori e parti sociali.


Per Berlusconi, questa riforma «innalzerò finalmente il nostro paese ai livelli di democrazia dei grandi paesi come gli Stati Uniti d’America». E aggiunge:


– Il pm per parlare con il giudice dovrà fissare l’appuntamento e battere con il cappello in mano e possibilmente dargli del lei.


Se fosse stata varata prima la riforma della giustizia, continua il presidente del Consiglio, «non ci sarebbe stata quella situazione che ha portato a cambiamenti di governo, all’annullamento di una classe di governo nel ’92-93, all’abbattimento di un governo nel ’94, alla caduta di un governo di sinistra nel 2008 per la proposta di riforma della giustizia del ministro Mastella e il tentativo di eliminare per via giudiziaria il governo in carica».