Libia, jet contro i ribelli. Francia preme per no-fly zone

AJDABIYAH – Gli aerei di Muammar Gheddafi ieri hanno nuovamente bombardato i ribelli, in una controffensiva che ha spinto i combattenti lealisti di 160 chilometri verso est in una settimana, mentre la Francia preme per una no-fly zone “il più velocemente possibile”.

Il governo di Gheddafi ora crede nel successo. “Siamo certi della nostra vittoria, a qualsiasi prezzo”, ha detto la tv di Stato.


Le truppe governative l’altro ieri hanno preso Brega, ma i ribelli sostengono di essere tornati nella città petrolifera nella notte e di aver circondato i soldati di Gheddafi.


“Alcuni di loro sono stati uccisi, altri sono stati catturati. Ma sono ancora a Brega. E’ pericoloso e ci sono ancora scontri, ma li schiacceremo”, ha detto Idriss Kadiki, un ribelle combattente.
Dietro le linee dei ribelli, gli aerei libici ieri hanno bombardato Ajdabiyah, la sola città di medie dimensioni tra Brega e Bengasi, roccaforte degli insorti. Da Ajdabiyah ci sono strade che portano a Bengasi e a Tobruk verso est, il che significa che i soldati di Gheddafi potrebbero circondare i ribelli.


La Francia voleva che la riunione dei ministri degli Esteri del G8 che ha ospitato ieri sera raggiunga un accordo, in modo che il Consiglio di sicurezza dell’Onu possa muoversi verso la realizzazione di una no-fly zone.


La Lega araba ha già dato la sua approvazione per una zona di non sorvolo che soddisfi una delle tre condizioni fissate dalla Nato per controllare lo spazio aereo libico.


Le notizia di atrocità e sofferenze potrebbero convincere più potenze che l’aiuto sia necessario e spingere il consiglio di sicurezza all’azione. Ma mentre l’associazione Human Rights Watch ha riferito di un’ondata di arresti arbitrari e di persone scomparse a Tripoli, finora è difficile trovare conferme significative.
“Tutti qui si chiedono quante vittime sono abbastanza per la comunità internazionale affinché ci aiuti. Forse dovremmo cominciare a suicidarci per raggiungere il numero richiesto”, dice da Bengasi il portavoce dei ribelli, Essam Gheriani.


“E’ vergognoso”, ha aggiunto. “Speriamo che ci sia qualche sviluppo come una risoluzione” del Consiglio di sicurezza.