Fermata dal Viminale nave con 1800 extracomunitari

ROMA – Una nave con a bordo oltre 1.800 persone, quasi tutte di nazionalità marocchina, è partita da Tripoli alla volta dell’Italia, dove ha chiesto di fare rifornimento. Ma la situazione non è chiara e dal Viminale è arrivato uno stop. Si teme che gli extracomunitari, giunti in Sicilia, decidano di non ripartire, proprio nel giorno in cui si contano a decine gli sbarchi e gli avvistamenti di barconi a Lampedusa, e l’emergenza immigrazione ha tenuto banco nel colloquio tra il presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso e il premier Silvio Berlusconi, che non ha nascosto apprensione – in alcune conversazioni private – per la possibilità che in Italia arrivi un impressionante numero di migranti e che l’emergenza possa provare il Paese.
– L’Italia può contare sulla solidarietà politica e finanziaria dell’Ue – ha assicurato Barroso. Che ha aggiunto:
– Tutta la Commissione e io personalmente vogliamo una maggiore solidarietà e condivisione degli oneri. L’Italia si trova in prima linea sulle coste meridionali del Mediterraneo ed è legittima la sua preoccupazione.

Parole che sono state accolte con soddisfazione dal presidente del Consiglio Berlusconi, che ha ringraziato Barroso ‘’per quanto fatto’’ e per la decisione di ‘’presentare presto, ritengo entro giugno, un piano per la gestione dei flussi migratori’’.
– Ci aspettiamo – ha aggiunto Berlusconi – che dal piano della Commissione Ue escano misure di concreto sostegno al nostro Paese.

La nave stracarica di immigrati è il traghetto battente bandiera marocchina ‘Mistral Express’, che risulta partito da Tripoli con a bordo 1.836 extracomunitari, oltre ad 83 uomini di equipaggio. Secondo le informazioni fornite dalla stessa unità, che ha chiesto di sostare nel porto siciliano di Augusta per fare rifornimento prima di ripartire alla volta del Marocco, si tratterebbe di 1.715 marocchini, 39 libici, 35 algerini, 26 egiziani, 7 tunisini, 6 maliani, 4 sudanesi, 2 sudanesi e 2 mauritani. Secondo alcune informazioni sarebbe stato lo stesso governo del Marocco a prendere in affitto la nave per riportare a casa i connazionali in fuga dalla Libia, ma in realtà non è ancora chiaro quali siano le reali intenzioni degli immigrati imbarcati e, finchè non ci saranno certezze, il Viminale ha chiesto al ministero della Difesa e a quello dei Trasporti di evitare l’ingresso del traghetto in acque territoriali italiane – considerando eventualmente la possibilità di fare rifornimento in mare – e al ministero degli Esteri di contattare le autorità marocchine per cercare di sbrogliare la matassa.

La Marina militare ha inviato sul posto il pattugliatore Sfinge, mentre la centrale operativa della Guardia costiera sta seguendo la rotta del traghetto. Le motovedette di Augusta sono tutte in stand by.
La vicenda ha intanto innescato la polemica politica. Il Pd, con Fiano, chiede che il governo ‘’fornisca chiarimenti’’, mentre Rosato, che è anche membro del Copasir, si augura ‘’che Maroni non voglia dare subito pratica applicazione del metodo Le Pen che prevede l’invio sui battelli di acqua e cibo e l’allontanamento sempre e comunque delle navi dei migranti dalle nostre coste’’.

Secondo il Pd, ‘’il rifiuto preventivo del Viminale di concedere l’attracco della nave ad Augusta sarebbe incomprensibile’’, anche perche’ ‘’le norme internazionali ci impongono di verificare la presenza a bordo di persone che hanno il diritto di chiedere lo status di rifugiato’’.
Oltre alla nave, che ha riacceso la polemica dentro e fuori l’isola, uno dietro l’altro sono arrivate anche numerose «carrette della morte» ed è difficile fare la conta di quanti barconi si trovano nel Canale di Sicilia diretti a Lampedusa: ventidue, forse anche di più.

Nel centro di accoglienza, visitato dal presidente del partito dell’ultradestra francese, Marine Le Pen, e dal leghista Mario Borghezio, vi sono già circa 1.350 migranti. La Capitaneria di porto stima che ce ne sono in arrivo altri 700-800, insomma in breve i clandestini ospiti della struttura supereranno quota due mila. Per l’interra giornata di ieri, tutti i mezzi aeronavali della marina militare, della guardia di finanza e della guardia costiera sono rimasti in azione, mentre le centrali operative smistavano gli avvistamenti effettuati dall’Elephant, il mezzo aereo portoghese della missione Frontex che ha sorvolato il Canale di Sicilia in lungo e in largo.

Il pullman del centro di accoglienza ha fatto la spola tra la struttura e la banchina del porto innumerevoli volte, e ogni volta la stessa scena, con i migranti, quasi tutti di presunta origine tunisina, che facevano il segno di vittoria, sorridendo alle telecamere e ai giornalisti.

In banchina non si sono visti, invece, Marine Le Pen e Mario Borghezio. I due politici sono arrivati a Lampedusa, accolti dal sindaco Dino de Rubeis, per verificare la situazione nel Cie. Ad attenderli in aeroporto c’erano una ventina di militanti dell’associazione Ascausa e di Legambiente con striscioni di contestazione. ‘’Se ne vadano, non li vogliamo’’, gridavano in coro. Per evitare contatti, le forze dell’ordine hanno fatto uscire Le Pen e Borghezio da un varco riservato, tra la ressa di cameram e giornalisti, molti giunti dalla Francia.