Fukushima, principio di fusione delle barre Ue spaventata, Merkel chiude due centrali

TOKIO – Nuove esplosioni alla centrale nucleare giapponese di Fukushima dove il sistema di raffreddamento del reattore 2 si è bloccato. Le deflagrazioni sono avvenute pochi minuti dopo una nuova scossa di assestamento di magnitudo 6,2 gradi della scala Richter.


Un dipendente di 23 anni è rimasto contaminato in seguito all’esplosione, dovuta a una concentrazione massiccia di idrogeno, avvenuta al reattore 3, ha riferito inoltre la Tepco dopo l’esplosione. Undici persone sono invece rimaste ferite, di cui uno in modo grave.


La compagnia che gestisce l’impianto di Fukushima (la Tepco – Tokyo Electric Power Co) non esclude la fusione parziale delle barre di combustibile del reattore 2, rende noto l’agenzia di stampa Kyodo. In seguito al guasto dell’impianto di raffreddamento e di un primo tentativo fallito di immettere acqua marina nel nucleo del reattore, le barre sono rimaste esposte «brevemente», come ha precisato un portavoce della prefettura di Fukushima.


Le operazioni di raffreddamento del reattore sono più complicate del previsto e la situazione resta allarmante. Nel pomeriggio infatti le barre di combustibile del reattore numero due sono state di nuovo completamente esposte.


Un primo tentativo di pompare acqua marina nell’impianto non aveva dato esito positivo, ma poi sembrava che i tecnici fossero riusciti a immettere i primi 30 centimetri di acqua.


L’aggravarsi della situazione ha costretto il Giappone a chiedere ufficialmente aiuto agli esperti dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica.


Per Yukiya Amano, direttore generale dell’Aiea, è «molto improbabile» che l’incidente nucleare all’impianto di Fukushima si trasformi in una situazione come il disastro di Chernobyl 25 anni fa in Ucraina. La differenza principale, secondo il diplomatico giapponese, è che non è in atto alcuna reazione a catena nei reattori di Fukushima e che a Chernobyl non c’erano contenitori del nocciolo del reattore simili a quelli in Giappone. Amano ha sottolineato che non si tratta «di un incidente causato da errore umano o da progettazione», ma della conseguenza di una «enorme catastrofe naturale che e’ andata oltre l’immaginazione».


Il governo giapponese ha chiesto aiuto anche agli Stati Uniti: la richiesta di Tokyo è giunta alla U.S. Nuclear Regulatory Commission che sta valutando il tipo di assistenza tecnica da fornire.


Gli americani stanno già fornendo aiuti. Oggi però, la portaerei americana ‘USS Ronald Reagan’ ha sospeso l’attività di assistenza alle vittime del terremoto e ha lasciato l’area in cui era stata dislocata dopo la misurazione di alti livelli di radioattività nell’atmosfera. Il New York Times infatti aveva denunciato che il personale della portaerei era stato esposto in una sola ora alla quantità di radioattività considerata massima per un mese. Un elicottero americano ha effettuato misurazioni, rilevando presenza di cesio 137 e iodio 121 a cento chilometri dalla centrale, indicatori di contaminazione estesa. La sospensione però è stata solo temporanea: la portaerei americana infatti dopo alcune ore ha ripreso la sua missione di soccorso e i diciassette marinai che erano stati esposti alle radiazioni sono stati sottoposti al trattamento previsto in questi casi.


La chiusura degli impianti di Fukushima, Onagawa e Tokai intanto ha costretto inoltre il Giappone a predisporre black out di energia elettrica programmati per compensare la mancanza di energia prodotta nelle centrali nucleari del Paese. I giapponesi dovranno fare i conti con elettricità razionata e blackout programmati almeno fino a fine aprile.


Gli impianti nucleari tedeschi più vecchi, che attualmente sono rimasti aperti solo in seguito alla decisione di prolungare la vita di tutte le centrali, chiuderanno subito. Lo ha detto la cancelliera tedesca, Angela Merkel, riferendosi a due siti, che si trovano in Assia e nel Baden-Wuettemberg. La Germania inoltre sospenderà per tre mesi la decisione del previsto prolungamento della vita dei 17 impianti nucleari tedeschi alla luce del disastro di Fukushima, in Giappone.


– Vorrei esprimere la mia profonda solidarietà al popolo giapponese, seguiamo la situazione con grande preoccupazione e stiamo valutando la possibilità di inviare una missione europea -. Lo ha detto il presidente della Commissione Ue, José Manuel Durao Barroso, nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi, nel corso della quale il presidente dell’esecutivo comunitario ha sottolineato come l’Europa abbia «fiducia nelle capacità delle autorità giapponesi» di superare un momento che è «estremamente difficile».