Unità d’Italia, Bersani: “Se la Lega non ci sarà vuol dire che la maggioranza è finita”

ROMA – Ancora polemiche sulla Lega e le scelte legate alle celebrazioni sull’Unità d’Italia. All’indomani del caso in Regione Lombardia con i leghisti che hanno disertato l’esecuzione dell’inno nazionale prima del consiglio (e si ripete anche al consiglio dell’Emilia Romagna), il Carroccio ora minaccia di non presentarsi domani alla Camera per la commemorazione dei 150 anni.


– Se domani la Lega non ci sarà – fa osservare Pier Luigi Bersani ai cronisti in Transatlantico – vuole dire che Berlusconi non ha più la maggioranza. Berlusconi ha giurato sulla Costituzione e sulla bandiera. Se domani -aggiunge il segretario del Pd- un partito della sua maggioranza non viene in aula, lui deve dire che la sua maggioranza non c’è più perché su questo non si scherza.


Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, da parte sua, in un messaggio pubblicato sul sito dell’esecutivo in vista delle celebrazioni, invita ad un “rigoroso rispetto dell’unità dello Stato nazionale, nella consapevolezza che questa unità è il frutto più alto di queste diversità’’.


– Il valore della memoria con la celebrazione del 150esimo anniversario della nostra unità nazionale – scrive ancora Berlusconi – è oggi una condizione essenziale per consolidare la nostra democrazia, per rafforzare la coesione nazionale e per affrontare le sfide che riguardano il nostro domani.
Intanto, l’opposizione si scaglia contro la scelta della Lega di disertare la seduta della Camera dedicata ai festeggiamenti.


– Un atteggiamento ingiustificabile – secondo Anna Finocchiaro (Pd) -. Ministri, esponenti del governo della repubblica, presidenti di gruppi parlamentari esibiscono fastidio e adducono motivazioni insolenti per giustificare la loro assenza domani. E’ evidente che la loro è una scelta politica e consapevole, di fronte alla quale il Presidente del Consiglio e la maggioranza tacciono in maniera vergognosa, complice e ancora più grave.


Marco Reguzzoni, presidente dei deputati della Lega Nord, ha detto che oggi non sarà in Aula perché “hanno deciso di chiudere gli asili, perciò io sarò con i miei figli’’. Un comportamento, il suo, censurato da Massimo D’Alema senza mezzi termini e giudicato “scandaloso” e “irresponsabile”.
– L’assenza della Lega domani nella sede del Parlamento – aggiunge – è un caso che chiama in causa le responsabilità del capo del governo.


E se Roberto Maroni in Transatlantico liquida i giornalisti sulla feccenda con un “lasciatemi in pace”, il ministro della Difesa Ignazio La Russa sottolinea che “non c’è nessun obbligo di festeggiare, c’è solo l’obbligo del rispetto”. Di fronte alla decisione dei leghisti, l’imbarazzo del Pdl è espresso proprio con le parole di La Russa:
– La Lega cresca, e impari che i paesi più federalisti del mondo sono quelli più affezionati all’identità nazionale.


E definisce Francesco Speroni o Mario Borghezio “personaggi folkloristici”.
Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, richiama la Lega alla serietà:
– Le celebrazioni dell’unità nazionale richiedono serietà, da parte della Lega, che non la sta dimostrando, e del presidente del Consiglio, che con tutti i problemi che abbiamo, pensa solo ad aumentare i posti di ministri e sottosegretari.


Mentre Antonio Di Pietro parla di “offesa” allo Stato e alla Costituzione:
– Il comportamento che la Lega sta assumendo per le celebrazioni dei 150 dell’unità d’Italia offende lo Stato, ma soprattutto la memoria dei nostri padri che sacrificarono la propria vita per darci un paese unito. Andare al bar, come hanno fatto alcuni leghisti in Lombardia, piuttosto che celebrare la storia d’Italia trovo che sia un atteggiamento inaccettabile che offende anche la Costituzione italiana.